«Ravvivare la nostra fede nel Signore e dare nuovo impulso alla comunione con Dio e tra noi». Così il vescovo Luigi Marrucci ha spiegato ai giovani della parrocchia di San Francesco, la Cattedrale di Civitavecchia, il senso della visita pastorale che ha svolto dal 9 al 17 marzo nella comunità.
In quella che è la “casa” dell’episcopo, la parrocchia che incontra più di ogni altra essendo sede della “cattedra”, il presule ha evidenziato come la visita «è un momento particolare in cui il pastore sosta di più in una comunità». Lo scopo, ha detto, è quello di «vivificare il cosiddetto deposito della fede: la trasmissione della sola verità che è Gesù Cristo».
Si tratta dell’ultima comunità visitata monsignor Marrucci da quando, nel 2013, ha iniziato l’incontro con tutte le parrocchie. «Un’occasione – ha detto il parroco, monsignor Cono Firringa – in cui abbiamo sperimentato la presenza del pastore in modo molto diretto, in una fase storica che vede acuirsi le difficoltà pastorali in un territorio caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione e dallo spopolamento del centro storico».
La parrocchia della Cattedrale conta circa 6 mila abitanti e, in unità pastorale con quella di Santa Maria, si estende su tutto il centro storico della città. Una zona caratterizzata soprattutto dalla presenza degli servizi commerciali, l’80% di quelli presenti in città, dal mercato e dal Porto. La popolazione residente è quindi relativamente poco numerosa rispetto al territorio. Oltre alla Cattedrale in essa vi sono anche la rettoria della Santissima Concezione e la chiesa della Stella. La scarsa popolazione, perlopiù formata da anziani, si distribuisce quindi nelle tre chiese e nella vicina parrocchia di Santa Maria.
«Le due parrocchie del centro storico – spiega monsignor Firringa – formano un’unica realtà con le due comunità che si sostengono a vicenda. Soprattutto pensando al catechismo e al mondo giovanile, l’unione è stata una benedizione per la possibilità di formare diversi gruppi e per offrire a tutti opportunità di continuare il percorso dopo la cresima».
Nella Cattedrale sono presenti i gruppi di Azione cattolica, le Comunità Neocatecumenali, il Gruppo di preghiera di Padre Pio, l’Arciconfraternita del Gonfalone e il Comitato festeggiamenti di Santa Fermina.
L’Azione cattolica viene descritta come il «punto di forza» e un «aiuto prezioso per l’azione pastorale della parrocchia», soprattutto nell’ambito giovanile.
«Non sempre – racconta il parroco – le diverse realtà riescono a comprendere la necessità di un cammino di formazione comune e di vivere insieme i momenti più importanti della vita parrocchiale e diocesana». «Negli ultimi anni – continua il sacerdote – accogliendo l’invito del vescovo, stiamo cercando di costituire dei piccoli “cenacoli” per l’approfondimento della Parola di Dio, che aiutino a vivere in maniera consapevole la propria fede e avere la forza di testimoniarla».
Da tre anni è presente anche la Caritas parrocchiale che promuove un centro di ascolto per assistere le famiglie in difficoltà con aiuti alimentari. I volontari, una domenica ogni mese, coinvolgono la comunità con una colletta di prodotti da distribuire. Collabora con la Caritas anche l’associazione “ABC” dell’Ordine militare di Malta. «Al centro di ascolto – aggiunge monsignor Firringa -, considerata anche la vicinanza al porto e alle principali vie del centro cittadino, accedono anche molte persone che non sono residenti e alle quali viene comunque offerto un sostegno».
«La preoccupazione maggiore – conclude il parroco- è rivolta alle nuove generazioni, sempre più a digiuno di questioni che riguardano la fede e la liturgia. Sono sfide pastorali per le quali la presenza di aggregazioni ecclesiali, come associazioni e movimenti, può essere di grande aiuto».