Il Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze nel 2015 e la preparazione del Convegno diocesano del prossimo 2 ottobre sono stati i temi affrontati nel corso della prima seduta del Consiglio pastorale diocesano.
I 27 delegati, nominati dal vescovo Luigi Marrucci nel giorno di Pasqua, si sono riuniti lo scorso 16 maggio presso Curia Vescovile. La seduta di “insediamento” è stata aperta proprio dall’introduzione del presule che ha illustrato i compiti e le funzioni dell’organo consultivo espressione della comunità diocesana.
Il Consiglio, ha spiegato monsignor Marrucci, ha lo scopo di «rendere il popolo di Dio sempre più corresponsabile e partecipe al ministero del vescovo; nonché per ricercare, discutere e presentare proposte e suggerimenti secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II, in particolare con i decreti Christus Dominus n° 27 e Ad Gentes n° 30 tenendo presente i canoni 512-514 del CJC».
Ringraziando tutti per la disponibilità, assicurando «la preghiera e l’amicizia» e augurando «un fruttuoso servizio di nuova evangelizzazione alla comunità diocesana», il vescovo ha sottolineato l’importanza dell’organismo che, pur non avendo funzioni decisionali, rappresenta un fondamentale luogo di confronto e discernimento per la programmazione pastorale.
Ad illustrare i temi all’ordine del giorno è stato don Federico Boccacci, vicario episcopale per la pastorale, che ha informato delle iniziative in corso in preparazione del Convegno ecclesiale nazionale che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015.
«Il tema del Convegno “In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo” – ha illustrato don Boccacci – potrebbe anche declinarsi come domanda: ma chi è veramente l’uomo e chi può aiutarci a capirne il mistero profondo?». Per questo, ha sottolineato, «il Convegno si inserisce nel cammino pastorale della Chiesa italiana proposto negli orientamenti pastorali del decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”».
Il Convegno si propone di rispondere, con il messaggio positivo della fede cristiana, ad una vera crisi del nostro tempo che continuamente emerge, la crisi antropologica. «Prepararsi al Convegno di Firenze – ha detto il vicario – può rappresentare un’occasione propizia di ripensare lo stile peculiare con cui interpretare e vivere il cristianesimo nell’epoca della scienza, della tecnica e della comunicazione. La speranza è di rintracciare strade che conducano tutti a convergere in Gesù Cristo, fulcro del “nuovo umanesimo”».
A livello diocesano, gli uffici di Pastorale della Famiglia, Pastorale Giovanile e Pastorale Sociale, hanno iniziato un lavoro di discernimento e di condivisione per presentare alla Segreteria generale della Cei il contributo della Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia al documento preparatorio del Convegno.
Tappa fondamentale della vita diocesana sarà il Convegno pastorale diocesano in programma il prossimo 2 ottobre nella cattedrale di Civitavecchia e che verterà sulla “catechesi nelle parrocchie a livello di iniziazione cristiana, nel rapporto con la famiglia e in una attenzione rinnovata agli adulti”.
«La tematica scelta – ha spiegato don Federico – si pone in stretta continuità con il cammino svolto negli ultimi tre anni in cui abbiamo posto attenzione sull’educazione, la catechesi e i sacramenti dell’iniziazione cristiana e la comunità educante, partendo dalla famiglia come scelta preferenziale».
Su questo aspetto i delegati si sono confrontati, proponendo l’esperienza dei diversi ambiti, per offrire dei suggerimenti sul convegno e sulla sua ricaduta concreta nella realtà.
La discussione ha riguardato, da un lato, proposte circa l’organizzazione dell’incontro. A questo riguardo è stato costituito un piccolo comitato che elaborerà quanto discusso per formulare una proposta organizzativa specifica. Dall’altro lato, il confronto ha riguardato i mezzi e le modalità per tradurre i contenuti dei vari convegni diocesani in proposte concrete per le comunità parrocchiali.
«Dal confronto – ha commentato don Federico Boccacci, che coordinerà questa fase di elaborazione – sono emerse sollecitazioni e idee preziose. Guardiamo a una Chiesa diocesana alla cui opera pastorale tutti si sentano corresponsabilmente coinvolti, promuovendo la partecipazione, per un rinnovamento che passi per il recupero di un costante e capillare impegno catechetico che si armonizzi con la prassi sacramentale, supportato dalla formazione permanente degli operatori pastorali e con al centro, come cuore e protagonista dell’azione pastorale, la famiglia».