Carissime sorelle e carissimi fratelli in Cristo,
la Quaresima che inizia oggi ha un sapore molto particolare: ci parla di guerra e di violenza, come non avremmo mai immaginato. Il dolore per quanto sta avvenendo in Ucraina non deve farci dimenticare le gravi crisi umanitarie in tante parti del mondo: dal Tigrai, ai Balcani; dal Medio Oriente allo Yemen; dal Sudan all’Afghanistan; dalla Libia alla Corea; dal Perù al Tibet…. Non ci sono continenti in cui non si registrino sofferenza e patimenti, particolarmente gravosi per i più deboli. Inoltre, non è ancora conclusa la crisi pandemica (soprattutto nei paesi meno sviluppati, in cui l’incidenza dell’azione sanitaria è molto ridotta e la vaccinazione cammina lentamente) con tutte le conseguenze che ben conosciamo.
Permettetemi di dire che c’è un’altra emergenza che già viviamo e che invaderà le nostre comunità a breve: quella della pandemia psichica, in conseguenza delle difficoltà originate dal covid, soprattutto tra i più giovani. Desidero chiedere a tutti di avere una particolare attenzione al disagio dei giovani in questo tempo caratterizzato dall’indeterminatezza e dalla vulnerabilità. Non lasciamo i nostri ragazzi nella loro solitudine, nella loro tristezza, nella loro fragilità! Non permettiamo alle evidenti difficoltà comunicative che registriamo nel confronto con loro di impedirci di sperare nel dialogo e nell’incontro con loro e con il loro mondo!
Vorrei dire, pertanto, che alle tante emergenze di questi giorni e di questi mesi (anni!) si aggiunge ora la dimensione dello scoraggiamento e della paura, che permea i cuori di tanti fratelli e di tante sorelle. Che ne sarà della nostra vita? Con questa domanda molti si rinchiudono nella tristezza e si avviano a considerare il futuro in un’ottica di sofferenza e di buio. Come rispondere?
Con la speranza di Cristo che è vivo e che ha sconfitto la morte con forza e con potenza. Dice San Paolo:
54Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata inghiottita nella vittoria.
55 Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
56Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge.
57Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! (1Cor 15,54-57)
Con la speranza di Cristo noi siamo esortati a cambiare mentalità e a riconsiderare la potenzialità della morte. Ci esorta Papa Francesco:
La Quaresima ci invita alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel seminare il bene e nel condividere. (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2022, n.1)
Fermiamoci ora a riflettere sulla cultura di morte che ci circonda. La morte fa parte della vita, potremmo dire che cammina con noi e abbiamo il dovere di considerare come sia una dimensione ineludibile del pellegrinaggio terreno. Confrontiamoci con la paura della morte e con tutte le forme di incertezza che ci angustiano. Se siamo con Cristo, perché mai dovremmo temere? Se abbiamo scelto di seguire la Parola del Vangelo, che è Parola di vita eterna – come dice Simon Pietro rispondendo a Gesù (Gv 6, 68-69), allora possiamo trovare la forza per non soccombere dinanzi al timore dell’ignoto e possiamo (dobbiamo!) credere che la vittoria di Cristo è definitiva. Egli ha sconfitto la morte!
Che cosa dire dei vani tentativi della società di esorcizzare la morte? Che cosa pensare della domanda – sempre più diffusa – di prolungamento della vita biologica e di “camuffamento” dei segni di invecchiamento e di decadenza che il corpo umano presenta normalmente, scandendo il passare degli anni? Ci illudiamo di poter fermare il tempo e di arginare le problematiche della morte o di nasconderle. E lo facciamo invano, perché la morte è presente e non si può omettere di considerarla come un elemento della nostra evoluzione. Piuttosto, seguendo Cristo, possiamo darle un significato.
Il tempo della Quaresima ci spalanca le porte verso il Mistero Pasquale, che è il centro della nostra fede. Proprio nella celebrazione del Mistero Pasquale comprendiamo che la morte e la resurrezione sono legate inscindibilmente tra loro. La morte e la vita si abbracciano definitivamente nel passaggio di Gesù dalla morte alla vita! Viviamo questo tempo come un’occasione per scoprire quale sia la nostra autentica chiamata. Siamo destinati alla vita in Dio e con Dio: ci attende l’eternità, non possiamo dimenticarlo!
Noi siamo tutti amati da Dio già prima della nostra nascita biologica. Da tutta l’eternità Dio ci desidera e ci ama: questo è il nostro valore incommensurabile. Ciascuno è unico e necessario per Dio da tutta l’eternità. Ovviamente, ciò deriva da una scelta libera e gratuita di Dio e questo rafforza in noi la consapevolezza che – qualunque cosa accada, dal covid alla guerra, dai tradimenti ai fallimenti – non abbiamo nulla da temere, perché è deciso da sempre il nostro percorso eterno. Sta a noi operare una scelta per assecondare questa chiamata alla luce eterna o decidere, invece, di escludersi dalla comunione con Dio per sempre:
15Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. 16Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso. 17Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. 19Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, 20amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché èlui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe”. (Dt 30, 15-20).24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”. 25Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?”. Gli rispose: “Tu l’hai detto”. (Mt 26, 24-25)
Con Cristo risorgeremo alla vita piena e luminosa. Affermare questa certezza della fede, così come proclamare la resurrezione dei morti (che beneficiano della vittoria di Cristo) è essenziale per testimoniare nel mondo la bellezza del Vangelo e sconfiggere l’angoscia che deriva dalle tante nostre fragilità, accentuate dalla crisi sociale ed umanitaria che stiamo vivendo. Siamo chiamati a scegliere la vita. Il tempo della Quaresima ci viene offerto come occasione propizia per meditare e per preparare il cuore, affinché questo cammino di conversione sia un’occasione autentica per scegliere la bellezza e la verità.
Viviamo la Quaresima come occasione per meditare. Prendiamo l’impegno di leggere ogni giorno una pagina del Vangelo e di interrogarci: che cosa dice a me questa Parola del Signore? Come posso rispondere alle tante provocazioni che la Sua Parola dispone sul mio cammino?
Senza un tempo e uno spazio (qualitativo) per meditare non possiamo vivere la dimensione dell’ascolto del Signore e non saremo capaci di imparare ad ascoltare veramente gli altri, come ci è richiesto dalla stagione del cammino sinodale che il Papa ci suggerisce di vivere.
La nostra vita si incentra sul cuore, non solamente per le emozioni – anche se determinanti per uno sviluppo armonico della nostra personalità – ma soprattutto perché è dal cuore che emergono i veri desideri e le vere domande della nostra vita. Ebbene questo cuore deve essere pronto per incontrare il Risorto. La Quaresima, attraverso la consueta pratica del digiuno, della preghiera e dell’elemosina, può disporre il nostro cuore all’incontro profondo con il Signore della vita.
Parliamo di preghiera: il cuore si apre al Mistero di Dio e lo ascolta, lo cerca, lo invoca.
Parliamo di elemosina: il cuore si allarga verso i fratelli che chiedono ascolto e aiuto.
Parliamo di digiuno: il cuore sceglie di non rimanere appesantito da qualsivoglia dipendenza o da un pressante “bisogno”, ma di diventare libero per far entrare la brezza dello Spirito Santo.
Quanto alla preghiera, il Papa ci ricorda:
Durante la Quaresima siamo chiamati a rispondere al dono di Dio accogliendo la sua Parola «viva ed efficace» (Eb 4,12). L’ascolto assiduo della Parola di Dio fa maturare una pronta docilità al suo agire (cfr Gc 1,21) che rende feconda la nostra vita. Se già questo ci rallegra, ancor più grande però è la chiamata ad essere «collaboratori di Dio» (1 Cor 3,9), facendo buon uso del tempo presente (cfr Ef 5,16) per seminare anche noi operando il bene. (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2022, n.1)
Quanto all’elemosina, il Papa ci ricorda:
Seminare il bene per gli altri ci libera dalle anguste logiche del tornaconto personale e conferisce al nostro agire il respiro ampio della gratuità, inserendoci nel meraviglioso orizzonte dei benevoli disegni di Dio. (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2022, n.1)
Quanto al digiuno, il Papa ci ricorda:
Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita. Il digiuno corporale a cui ci chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il peccato. Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, sapendo che Dio mai si stanca di perdonare. Non stanchiamoci di combattere contro la concupiscenza, quella fragilità che spinge all’egoismo e ad ogni male, trovando nel corso dei secoli diverse vie attraverso le quali far precipitare l’uomo nel peccato (cfr Enc. Fratelli tutti, 166). Una di queste vie è il rischio di dipendenza dai media digitali, che impoverisce i rapporti umani. La Quaresima è tempo propizio per contrastare queste insidie e per coltivare invece una più integrale comunicazione umana (cfr ibid., 43) fatta di «incontri reali» (ibid., 50), a tu per tu. (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2022, n.2)
La stagione del cammino sinodale che viviamo ci incoraggia a ritrovare i fili delle relazioni e della fraternità. Sono convinto che il mondo ci chieda più umanità, più dialogo, più desiderio di incontri. Possiamo tornare ad essere protagonisti di un nuovo umanesimo, divenendo promotori di incontri amichevoli e di relazioni serene e fraterne. Sforziamoci di gettare ponti che superino le diversità e le divergenze e siano occasione di ascolto reciproco e di rispetto autentico. Con coraggio esprimiamo la profezia del Vangelo, mettendoci al servizio soprattutto nelle situazioni più delicate e complesse e accogliamo la sfida ad essere mediatori e testimoni di speranza.
Le nostre comunità diocesane (Civitavecchia-Tarquinia e Porto-Santa Rufina) sono sollecitate ad approfondire l’impegno per la custodia della bellezza e dell’armonia. In queste ore drammatiche siamo invitati a pregare incessantemente per la pace. Permettetemi di sottolineare che – al di là della condivisione emotiva e sincera con cui possiamo partecipare alle sofferenze delle popolazioni offese dal conflitto –realmente è urgente interrogarci sulle azioni di conversione da compiere affinché il cuore dell’uomo non sia la sorgente della bellicosità, ma il giardino del dialogo e dell’incontro con l’altro/a anche se diverso/a. Dobbiamo imparare a valorizzare le differenze: solo in questo modo sconfiggeremo la cultura della violenza che si impone sulle opinioni altrui calpestandole e distruggendo tutti i riferimenti della dignità delle persone.
Ciò riguarda le persone, le loro storie, le loro vite, ma riguarda anche la relazione con il creato, con l’educazione alla vita ecosostenibile, l’impegno di creare una cultura dell’ecologia integrale, il rispetto dell’ambiente e dell’interazione con la vita umana, l’attenzione per la protezione delle minoranze e delle loro culture e tradizioni, la percezione della globalizzazione della solidarietà come risposta alla disumanizzazione verso cui inevitabilmente ci dirigiamo.
Il tempo della Quaresima è il tempo per rendere giovane e sorridente la nostra fede! Accettiamo l’opportunità di lavorare sulla fede che portiamo nel cuore. Accogliamo la possibilità di esaminare quanto la fede sia capace di improntare il nostro pensiero, la nostra azione nella vita sociale e comunitaria, le nostre relazioni interpersonali. Non temiamo di esaminarci sulla capacità della nostra fede di reagire dinanzi alle paure e alle incertezze del tempo che viviamo. Lasciamo che la nostra fede abiti le nostre fragilità e le trasformi in occasioni di Grazia, donateci dalla
Misericordia divina. La Quaresima è il tempo in cui esercitarsi spiritualmente affinché ciascuno di noi possa ogni giorno “riscegliere” la fede: una fede che si rinnova continuamente, una fede che si interroga sul proprio rapporto col mondo, una fede che attinge alla Tradizione consegnata e che si proietta profeticamente nel tempo in cui viviamo affinché generi testimonianza di gioia e di speranza.
Il cammino che vivremo nelle nostre comunità sia la sorgente per approfondire la nostra capacità di suscitare simpatia e accoglienza verso il Vangelo. È questo il tesoro più prezioso: nelle parole del Signore che ci chiede di lasciare tutte le certezze umane e di seguirLo con audacia. La gioia di poter annunciare il Vangelo con le parole e con i gesti è anche la responsabilità di proclamare quanto la Parola di Dio sia capace di renderci felici. Che cosa se ne fa il mondo di credenti spenti o sonnolenti? Che cosa dicono al mondo cristiani tristi o lamentosi?
La gioia dell’incontro col Signore è la notizia che accende la speranza in ogni cuore. Possiamo sognare di vivere l’esperienza dei due di Emmaus: erano arrabbiati e delusi, ma accolsero uno “straniero” che impartì loro una lezione di fiducia…. e quando accettò di fermarsi nella loro vita quella sera, essi compresero che la Sua Parola aveva scaldato il cuore, come null’altro al mondo avrebbe potuto fare:
32Ed essi dissero l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”. 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!”. 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc 24, 32-35)
È proprio questo che possiamo sognare: di incontrare il Signore lungo la strada e di ri-conoscerLo come il Signore della nostra vita, per poi annunciarLo a tutti. Entriamo nella Quaresima proprio per preparare il cuore all’esplosione della gioia pasquale, la gioia dell’incontro col Risorto!
Signore, se tristezza ci reca la sera,
Perché un altro giorno muore
Ed è grazia grande
Se abbiamo sbagliato di meno,
se meno di ieri abbiamo peccato;
gioia ancora più grande il sorgere del sole,
perché siamo ancora vivi,
perché abbiamo superato la notte,
perché possiamo ancora operare e fare giustizia;
nella fiducia di non tradirti più,
e finalmente godere del tuo riposo alla fine di giorni.
Amen. (David Maria Turoldo)
Maria, la credente, Colei che si è fidata, Colei che ci riceve e accoglie come figli, la Madre della Misericordia e delle Grazie ci accompagni e ci custodisca nel nostro cammino. Buona Quaresima, carissime sorelle e carissimi fratelli. Vi benedico con grande affetto
+don Gianrico, vescovo