«Una riflessione sull’amore e sulla vita familiare ancora più necessaria oggi che la pandemia ha palesato una endemica crisi sociale, esistenziale e morale». Così il vescovo Gianrico Ruzza ha presentato i lavori dell’assemblea diocesana che si è svolta venerdì 1° ottobre nella Cattedrale di Civitavecchia. “Formare alla relazione alla luce di Amoris Laetitia” è il tema che ha riunito oltre trecento delegati e animatori pastorali delle comunità parrocchiali e che continuerà il 15 ottobre con le assemblee di zona.
Un approfondimento – affidato a monsignor Carlo Rocchetta, fondatore della Casa della tenerezza di Perugia – che il presule ha chiesto «estesa ai vari ambiti della famiglia e non solamente a quella “canonica”» comprendendo anche «le altre forme di presenza, convivenza e relazione affettiva presenti oggi nella nostra vita sociale». Una lettura dell’esortazione di papa Francesco che, ha spiegato il vescovo, «il consiglio pastorale ha chiesto da tre angolazioni»: le relazioni, «nodo fondamentale di partenza»; la formazione alla vita coniugale; il servizio, «per uscire dalla criticità dell’individualismo». Per il presule «dobbiamo parlare della bellezza dell’amore e testimoniare la sua forza rivoluzionaria» senza fermarsi davanti alla «fatica della formazione», alla «sofferenza dell’ascolto» e alla paura di «orientamenti e inclinazioni che talora allontanano le persone dall’idea tradizionale di famiglia».
Per monsignor Rocchetta occorre «fare delle nostre famiglie delle comunità di amore fondate sulla virtù della tenerezza», perché questo è il filo rosso che tiene insieme le diverse parti dell’esortazione Amoris Laetitia. Il relatore ha descritto le indicazioni offerte da papa Francesco «per bene operare come Chiesa» soffermandosi in modo particolare sui capitoli due, quattro e sei del documento.
Il secondo capitolo muove da un principio fondamentale: “Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa”. «Dopo aver spiegato come la cultura odierna presenti alle comunità due sfide fondamentali: l’individualismo esasperato e la fragilità affettiva», per Rocchetta il testo propone «tre percorsi educativi di base» per i giovani: passare da un io-narcisista a un io-oblativo, centrato sull’oblatività della vita nuziale; scoprire una sponsalità del corpo, che va inteso come dono da ridonare; superare l’affettività che dipende dagli alti e bassi del momento verso un sentimento il più possibile maturo.
Nel capitolo quarto, per il relatore «si deliano alcuni orizzonti in questa prospettiva»: «aver cura della gioia dell’amore nuziale per la formazione di una “coppia-noi”»; «canalizzare gli affetti e le “passioni” verso la ricerca di una relazione nuziale stabile» in grado di durare nel tempo; educare gli sposi a vivere l’intimità nuziale «come gioia di esprimere tenerezza coniugata con l’eros e rinnovarsi nell’amore».
Infine il sesto capitolo, dove – spiega Rocchetta – «si concretizza il discorso affrontando la questione degli ambiti fondamentali della pastorale familiare a cui siamo chiamati a prestare speciale attenzione».
Vengono quindi indicati i fidanzati, i giovani sposi, le coppie in crisi, i separati e i risposati in nuova unione. «Per ognuno di questi ambiti – ha spiegato -, papa Francesco offre importanti spunti di riflessione in ordine a una pastorale attenta alle nuove sfide; una pastorale non solo “per” la famiglia, ma “con” la famiglia».
L’incontro si è concluso con la testimonianza di Fabio e Mirella, coppia con quattro figlie che, dopo un periodo di crisi coniugale, da dieci anni vive nella comunità fondata da Rocchetta. «Il segreto – hanno spiegato – sta nella capacità di ascoltarsi e di saper perdonare».
Venerdì 15 ottobre, alle ore 18, si svolgerà il secondo momento dell’Assemblea diocesana con gli incontri nelle due zona pastorali. La Cattedrale a Civitavecchia e la chiesa di Madonna dell’Ulivo a Tarquinia accoglieranno i delegati parrocchiali in uno spazio di confronto e approfondimento su quanto emerso dai lavori della plenaria.