Una preghiera ecumenica per le vittime dei viaggi verso l’Europa e l’invocazione per le comunità cristiane affinché siano sempre più aperte e accoglienti verso i fratelli che arrivano in fuga da guerre e povertà. È questo il significato della veglia “Morire di speranza” che la Comunità di sant’Egidio promuove in collaborazione con la Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, le Chiese Evangeliche Battiste e la Chiesa Ortodossa Rumena.
La preghiera si svolgerà 12 luglio alle ore 18.30 presso la parrocchia dei Santi Martiri Giapponesi di Civitavecchia. Saranno presenti tanti cittadini immigrati che stabilmente vivono nel territorio della diocesi e una delegazione di rifugiati che sono venuti recentemente in Italia dalla Siria e dall’Eritrea nel contesto del progetto dei corridoi umanitari che la Comunità di sant’Egidio ha promosso e organizzato in collaborazione con Conferenza Episcopale Italiana, la Chiesa Valdese e la Federazione delle Chiese Evangeliche.
Alla veglia seguirà una processione sul mare per deporre una corona di fiori in memoria delle vittime dei naufragi alla quale parteciperà una delegazione della Guardia Costiera di Civitavecchia in rappresentanza degli equipaggi che hanno partecipato a numerose operazioni di salvataggio in mare.
La celebrazione sarà presieduta da monsignor Riccardo Mensuali della Comunità di sant’Egidio di Roma e concelebrata dal parroco padre Eusebio Gonzalez Hernandez. Saranno presenti il pastore Italo Benedetti della Chiesa Evangelica Battista e padre Giovanni Dimulescu, della Chiesa Ortodossa Rumena.
Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa oltre 36.000 persone. Nel 2017 sono stati 3.139 i migranti morti nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere il vecchio continente via mare, con una media di quasi 10 morti al giorno. E il 2018 purtroppo si mostra altrettanto agghiacciante: da gennaio ad oggi risultano morte più di 1.200 persone.
La preghiera “Morire di speranza”, che da 13 anni la Comunità di Sant’Egidio propone nei vari Paesi europei e che a Civitavecchia si svolge per la quinta volta, è promossa per non dimenticare la speranza di tante persone e la sofferenza di chi cerca protezione in Europa; per non rassegnarsi o assuefarsi alle tragedie ma impegnarsi per un mondo più umano e giusto. I promotori desiderano inoltre chiedere ai governi, ai legislatori e all’Unione Europea di porre in essere ogni sforzo per proteggere i profughi e salvaguardare la vita e la dignità dei migranti. Aprire vie legali per chi ha diritto di chiedere asilo, attivare programmi adeguati di reinsediamento per i rifugiati e stabilire quote d’ingresso per i lavoratori stranieri sono misure non derogabili per governare il complesso fenomeno delle migrazioni e rendere le nostre società più inclusive e per questo sicure.