«Una forte scossa ad essere operativi spiritualmente e concretamente per la cura del Creato». È questa, secondo il vescovo Gianrico Ruzza, la chiave di lettura dell’esortazione apostolica “Laudate Deum” che papa Francesco ha presentato il 4 ottobre, nel giorno della memoria liturgica di San Francesco d’Assisi. È il secondo documento pontificio che il «Santo poverello» ispira sui temi del Creato dopo l’enciclica Laudato si’.
Il documento è una “campana di allarme” che non solo sottolinea le lentezze del sistema economico mondiale nell’affrontare la crisi ecologica, ma vuole diventare anche una “sveglia” perché tutti insieme, nessuno escluso, ci assumiamo le nostre responsabilità per la cura del creato, dono del Padre Creatore
«Il Papa – dice il vescovo Ruzza – fa una disamina della storia e della situazione attuale, anche dei fallimenti delle varie conferenza COP, fa una disamina altrettanto precisa delle assenze e delle omissioni della politica e del pericolo che deriva dal surriscaldamento».
Soprattutto, però, «il Papa ci chiede che l’impegno a custodire il creato non sia semplicemente un impegno ecologico, ma nella prospettiva dell’ecologia integrale ci chiede che questo sia un impegno spirituale che nasce dall’esigenza di vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo».
Il testo integrale dell’Esortazione apostolica Laudate Deum