«Si è fatto bambino con i bambini, genitore con i genitori, adulto con gli adulti», così gli abitanti di La Bianca, la frazione di Allumiere, hanno salutato il vescovo Luigi Marrucci al termine della visita pastorale nella parrocchia Nostra Signora di Lourdes che si è svolta dal 6 all’11 giugno.
«È stata un’intensa esperienza pastorale, – spiega il parroco, monsignor Egidio Smacchia – un incontro con la gente, personale e intimo, reso possibile dalla particolarità della nostra comunità, la più piccola della Diocesi». Una realtà composta da 144 nuclei familiari, 25 dei quali sono anziani che vivono soli, con una popolazione complessiva di 364 persone. Sono 31 i minori di 18 anni, 15 quelli che frequentano le scuole medie ed elementari e 9 coloro che si preparano per i sacramenti in un cammino di cinque anni.
Uno spaccato sociale in cui i legami familiari sono radicati nel tempo, molti di tipo parentale, e la pratica religiosa ne è uno degli aspetti fondamentali. «Ne abbiamo la percezione – spiega monsignor Smacchia – soprattutto per il culto dei defunti. Ai funerali partecipa l’intera popolazione, così come alle celebrazioni in memoria che vengono fatte nei vari anniversari».
La visita pastorale del vescovo Marrucci è stata un’occasione molto importante per la comunità. «Un gruppo di 25 famiglie – racconta il parroco – ha preparato questo incontro predisponendo una relazione socio-pastorale della comunità. Fin dalla Quaresima, ci siamo incontrati più volte per riflettere sugli aspetti che caratterizzano il nostro essere Chiesa, così da poterli presentare al Vescovo». Un rapporto completo che, dopo aver illustrato i dati demografici sulla popolazione, entra nel dettaglio della vita della comunità cristiana.
“La famiglia – si legge – rimane il punto di riferimento stabile, sorgente di valori finalizzati alla difesa e alla tutela della sua unità. Una realtà che resiste anche se iniziano a verificarsi fenomeni di convivenza, separazione e divorzi”. La comunità è presentata come “religiosa e attaccata alle tradizioni, con iniziative che si sta faticosamente lavorando per mantenere, cercando però di far comprendere l’essenzialità della fede al di là dell’esteriorità”. Tra i molti appuntamenti, particolarmente significativi sono quelli del pellegrinaggio a piedi la notte del 7 settembre al santuario della Madonna delle Grazie; il presepe vivente a Natale; la distribuzione agli infermi della palma benedetta fatta dai ragazzi della cresima. Legata alla cultura contadina, è la tradizione della seconda domenica di Quaresima che vede la distribuzione ai bambini di una bustina di semi di grano; questi, aiutati dai genitori e dai nonni, la faranno crescere al buio riportando il vaso il Giovedì Santo per ornare l’altare.
Tra le indicazioni pastorali, c’è la proposta di intensificare i momenti di aggregazione dei pochi giovani e ragazzi del territorio, di curare le persone anziane e coinvolgere gli “uomini” alla liturgia comunitaria.
La relazione, presentata al vescovo Marrucci dal consiglio pastorale e dai catechisti, si è svolta durante la visita, iniziata con la messa vespertina del sabato sera nella quale c’è stato il conferimento della Cresima all’unica candidata di quest’anno.
Il 10 e l’11 giugno monsignor Marrucci ha visitato tutti gli anziani e i malati della frazione, portando loro la comunione. «Mi ha molto colpito la tenerezza e la vicinanza affettuosa del Pastore con loro», ricorda monsignor Smacchia, «in molte abitazioni erano presenti anche i familiari con i quali il vescovo si è intrattenuto amichevolmente». La visita si è conclusa con l’incontro con i bambini del catechismo e i loro genitori, la Messa e una cena conviviale all’oratorio organizzata dall’associazione della Contrada.
«Sono parroco alla Bianca dal 1979 – ricorda monsignor Smacchia – e le persone che oggi animano la nostra piccola parrocchia sono i ragazzi che negli anni Ottanta sono cresciuti nell’oratorio, nei campi estivi e nelle tante iniziative di solidarietà che abbiamo promosso. C’è ora bisogno di una nuova spinta pastorale come quella che trent’anni fa ci fece nascere come comunità: la affido a loro che sono genitori, catechisti e cittadini di La Bianca».