Termina una campagna elettorale aspra e problematica, che si svolge in un momento drammatico per il Paese. Nella nostra regione la consultazione elettorale sarà, oltre che per il rinnovo del Parlamento, anche per il Consiglio regionale. Per questo, la Conferenza Episcopale del Lazio, invita a «vivere questo tempo con forte senso di responsabilità e partecipazione».
In un documento, redatto dai vescovi con il supporto della Commissione per la Pastorale Sociale e del Lavoro, vi è anzitutto la preoccupazione per la «tentazione molto ampia circa un forte disinteresse e allontanamento dai temi del bene comune», questo per il clima di anti-politica determinato «innescato e reso dilagante dai comportamenti dell’attuale classe espressa dai partiti, ed in particolare di alcuni consiglieri della nostra regione».
I vescovi del Lazio, ribadendo l’esortazione di Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate, ‘la Chiesa non pretende minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione’, dichiarano «indispensabile, necessaria e non rimandabile una profonda azione educativa delle comunità cristiane, con l’obiettivo di sollecitare tutti alla partecipazione attiva e responsabile a questi appuntamenti elettorali».
L’appello dei Vescovi del Lazio è indirizzato anche a coloro che saranno eletti. Ricordando come il perdurare e l’approfondirsi della crisi economica stia «generando paure e insicurezze che rendono più fragile il legame tra i cittadini», i presuli invitano i rappresentanti eletti a «elaborare risposte all’altezza della situazione, capaci non soltanto di farci uscire dal periodo di difficoltà, ma di migliorarci».
Per la conferenza episcopale laziale «un clima di fiducia sarà realizzabile se insieme si lavorerà per salvaguardare le questioni etiche fondamentali dall’attacco prodotto da tentazioni individualiste, promuovendo i valori ispirati alla corretta ragione ed agli insegnamenti evangelici».
Irrinunciabili, secondo i vescovi, i principi dell’insegnamento del Magistero della Chiesa sulla famiglia aperta alla vita, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; sul rispetto per la vita dal suo concepimento al termine naturale; sul diritto al lavoro regolare e dignitoso, per tutti, con particolare attenzione ai giovani ed alle donne; sulla libertà religiosa; sul diritto alla libertà di educazione dei genitori per i propri figli; sulla tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù e di dipendenza; sul sostegno ai giovani in situazioni di disagio e agli anziani in difficoltà; su credibili politiche di vera integrazione per gli immigrati; sullo sviluppo di un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune; sulla giustizia sociale; sul ruolo da riconoscere ai principi di solidarietà e di sussidiarietà; sulla pace come valore supremo a cui tendere.
Principi che, spiegano i presuli, vanno oltre i partiti in quanto «non possiamo ritenere corretta l’idea che per un credente la fedeltà alla linea decisa da un partito politico diventi preminente rispetto alla coscienza personale e alla coerenza morale».
Tre le priorità indicate nel documento «da affrontare senza alcun indugio» – Lavoro, Famiglia e Riforma dello Stato – per le quali si chiede «decisione, competenza e affidabilità» a chi verrà eletto sia nel Parlamento Nazionale che nel Consiglio Regionale del Lazio.
L’appello alle comunità cristiane è quello di «riappropriarsi dell’esigente pratica del “discernimento”, vero dono dello Spirito, nonché di attivare esperienze di accompagnamento e vicinanza agli eletti che chiedono disponibilità al dialogo ed al confronto fraterno».
Domenico Barbera
Responsabile Ufficio pastorale sociale e del lavoro