Mercoledì prossimo inizia la Quaresima. La liturgia si prepara a condurci di nuovo nel deserto per farci compiere una profonda revisione della nostra vita spirituale alla luce dell’insegnamento evangelico. La Chiesa ci invita, con le stesse parole di Gesù, ad apprezzare e vivere bene queste settimane di grazia dedicando il nostro tempo al digiuno penitenziale, all’attenzione verso i fratelli più sofferenti nell’elemosina e alla preghiera, fonte della vera conversione. Nella preghiera il tempo imminente ci chiede di porre le nostre attese, le nostre tensioni, le nostre aspirazioni, tutte alla luce della Parola di Dio; il dialogo personale e silenzioso con Dio, nel deserto che sapremo ritagliarci nel cuore, avrà la possibilità e il compito di aiutarci a riqualificare le nostre giornate, a valorizzare e santificare il nostro tempo dando il primato alle opere dello Spirito, al coraggio della carità, all’astinenza, faticosa ma liberante, dalle passioni, nella certezza che il nostro tesoro riposa in Cielo.
E tuttavia: come pregare? Come pregare bene? Queste domande sono ospiti quotidiane nella vita del credente desideroso di dialogare col proprio Signore. Nel Vangelo di Matteo che proclameremo il Mercoledì delle Ceneri il Signore ci invita ad una preghiera autentica, filiale, fatta nel segreto del proprio cuore, nell’intimità con Colui che sempre ascolta: «Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6, 5). La vita della Chiesa, fedele all’insegnamento del Maestro, e la storia dei suoi figli ci insegnano che davvero non si contano i modi, gli stili, le forme del pregare.