Rodolfo Palieri
‘Accettare l’esistenza nella serena prospettiva cristiana, per la sua conclusione nella pace divina‘ è il motivo che ha ispirato l’omelia tenuta dal Vescovo Mons. Carlo Chenis al Cimitero di Allumiere celebrando il mese dei defunti. Sensibile all’invito del Parroco, don Augusto Baldini, il presule ha avvertito che voler seguire la cultura dominante, esorcizzando l’idea della morte, significa esasperare un evento ineluttabile, che invece il credente può accogliere con matura consapevolezza. La convinzione di ritrovarci tutti nella sconosciuta dimensione paradisiaca, ha sostenuto il Vescovo, non è riservata all’età avanzata. Sono anzi proprio i giovani che devono porsi una finalità etica, perché solo dando un senso alla vita si inizia in terra quel circuito virtuoso destinato a compiersi pienamente nell’al di là. Insomma una riconferma della tesi – largamente sperimentata da una moltitudine di credenti ‘ che ‘il Paradiso può iniziare in terra come, sull’altro versante, l’inferno’. Ciò senza ignorare il ‘mistero del dolore’ che, se spesso colpisce vite disordinate, può affligge anche persone impegnate in un percorso di fede.
Il vento teso che sovrastava i deboli raggi di sole, non ha impedito al Vescovo di celebrare la S. Messa sotto il portale della piccola Cappella cimiteriale della Madonna del Carmelo. Una fortuna, perché molti giovani hanno potuto seguire un’omelia centrata sul profondo senso della vita, ben diverso dall’illusoria felicità promessa dagli spot televisivi. I ragazzi erano giunti con i gruppi ecclesiali di Allumiere e La Bianca. Confortante vedere riuniti i giovani dell’ACR&G di Augusto Amici con quelli del GGP, guidati da Suor Elena Pregolini. Insieme a loro il folto gruppo di fedeli della frazione La Bianca, al seguito di don Egidio Smacchia. L’attenta collaborazione del Cerimoniere don Fabio Casilli, la partecipata concelebrazione del Vescovo (con don Augusto e don Egidio) e l’insostituibile ruolo di confessore di don Renzo Copponi hanno offerto ai fedeli una preziosa occasione per vivere intensamente e consapevolmente la cerimonia in onore dei nostri morti.