Verrà dedicata a San Giovanni Paolo II la nuova Chiesa del quartiere Boccelle di Civitavecchia: sarà una Rettoria autonoma, parte integrante della Parrocchia di San Gordiano, inizialmente costruita come prefabbricato. Con un questo annuncio, che ha sorpreso e commosso le centinaia di partecipanti all’ultimo incontro del ciclo di catechesi ‘Narrare la fede’, il vescovo Luigi Marrucci ha salutato e introdotto il cardinale Angelo Comastri arrivato a Civitavecchia per presentare la figura del Papa polacco.
Lo scorso 17 ottobre, parlando all’assemblea che affollava la cattedrale, monsignor Marrucci si è soffermato sull’iniziativa che la diocesi ha proposto per l’Anno della Fede e che, nei precedenti quattro incontri, ha visto approfondire le figure del vescovo salvadoregno Oscar Romero, don Pino Puglisi, Madre Teresa di Calcutta, Cecilia Eusebi e Renata Borlone.
«In quest’aula – ha detto il vescovo Luigi – abbiamo imparato più ad ‘essere’ cristiani, anziché acquisire nozioni per ‘fare’ i cristiani». Il presule ha poi spiegato che, approfondendo le figure di martiri e apostoli della fede «abbiamo appreso che dal nostro modo di essere in relazione con Gesù Cristo che nasce il trascinare i fratelli a Lui; è dal nostro stile di rimanere in Lui che la nuova evangelizzazione avvia il suo cammino di annuncio e di proposta: ‘venite e vedrete’».
Anche il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro e vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, ha voluto sottolineare l’importanza di «guardare ai santi come modelli belli, che possono ispirare la nostra vita e le nostre scelte». Il porporato ha spiegato che «una delle cause principali dello sbandamento della società sta proprio nei modelli sbagliati che si sceglie di seguire e che ispirano soprattutto i giovani». Per il vicario del Santo Padre «occorre tornare a guardare ai santi».
Ricordando il Pontefice polacco, che sarà proclamato santo il 27 aprile del prossimo anno e che lo scelse come suo vicario in Vaticano, il cardinale Comastri ha subito spiegato che «Carol Wojtyla ha conosciuto tante sfaccettature del dolore, eppure non si è mai scoraggiato: ogni difficoltà diventava occasione per amare di più, per spendersi di più».
Ripercorrendo la biografia del Papa, ha sottolineato come a nove anni perse la mamma, a dodici anni l’unico fratello e a ventuno anche il papà.
«Un dolore enorme – ha spiegato il cardinale Comastri – superato dal giovane Wojtyla intensificando la fede e andando alla messa tutti i giorni». In questo periodo, spiega il porporato, dopo essere rimasto solo, «Carol comincia a riflettere su ciò che accadeva al mondo: la seconda guerra mondiale. Capisce che la causa di quella ferocia stava dall’allontanamento da Dio. L’uomo lontano da Dio rischia di accanirsi contro la vita, perché non ne capisce più la dignità». È questo il passo che farà decidere al giovane «di mettere a disposizione di Dio la sua vita, una decisione che ha illuminato tutta la sua esistenza».
Esperienze queste che, gli anni seguenti, caratterizzeranno le scelte coraggiose prima nell’opera pastorale del sacerdote e, successivamente, nel pontificato di Giovanni Paolo II. «Anzitutto – ha spiegato il vicario – ha avuto il coraggio di parlare e testimoniare pubblicamente Cristo». Altra scelta coraggiosa è stata «il difendere la famiglia, in un momento in cui questa era aggredita in modo diabolico: egli stesso ebbe a dire ‘vorrei essere ricordato come il Papa che ha difeso la famiglia e la dignità umana’».
La difesa della vita umana e della pace, anche quando – nella prima guerra del Golfo – queste scelte gli costarono l’isolamento «perché la vita è un dono di Dio e difendere la vita è difendere Dio».
Il coraggio di Giovanni Paolo II è stato anche nel «riprendere il dialogo con i giovani dopo le stagioni della contestazione: li ha sempre cercati». Infine, ha spiegato il cardinale Comastri, «il riportare la devozione alla Madonna in un periodo di inverno mariano», perché «la storia di Maria è la storia della salvezza. La devozione mariana appartiene alle scelte di Dio».
Nel concludere il suo intervento, ricco di aneddoti ed esperienze personali, il cardinale Comastri ha ricordato che «questa è la storia di un santo che aveva le nostre fragilità, ma che ha camminato dritto sulla sua strada. Abbiamo pochi giorni, spendiamoli bene, seguendo la stessa strada».
La galleria fotografica dell’incontro (foto: Antonio Dolgetta)