Si è svolta sabato 9 febbraio, nella Cattedrale di Civitavecchia, al termine della celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Luigi Marrucci, la cerimonia conclusiva della fase diocesana del processo per la Canonizzazione e Beatificazione del Servo di Dio monsignor Pio Frezza, sacerdote fondatore dell’Istituto Suore ‘Operaie di Gesù’, conosciute a Civitavecchia come ‘Giuseppine’. Dopo sette anni si è conclusa la causa che venne solennemente aperta – dall’allora vescovo Girolamo Grillo – il 25 novembre 2006.
In un articolo biografico, scritto dal postulatore Waldery Hilgeman, la profonda fede del Servo di Dio appare evidente fin dalla sua fanciullezza.
Nato a Lanuvio, cittadina dei Colli Albani, l’11 giugno 1875, Pio Frezza era il quarto di sei fratelli di una famiglia sana e cristiana, che «provvide il fanciullo di una formazione morale forte e profonda». La mamma, Angela Magni, fu per lui la consigliera che lo accompagnò nella realizzazione della sua vocazione.
Compì i suoi studi nel seminario di Albano. A soli 22 anni venne ordinato sacerdote nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Per due anni esercitò il ministero pastorale a Lanuvio, come viceparroco.
Dotato di spiccate capacità per lo studio, venne in seguito mandato a Roma dal cardinale vescovo di Albano dove si dedicò agli studi giuridici conseguendo, a pieni voti, la laurea in Utroque Iure (diritto civile).
Nel 1915 prese parte, come sanitario, alla prima guerra mondiale. Al termine del conflitto, Don Pio si dedicò completamente all’apostolato. Scrive ancora Waldery Hilgeman, «il suo programma fu, come quello di Don Bosco ‘Da mihi animas, cetera tolle’ (Dammi le anime e prenditi tutto il resto), un programma che si tradusse in un triplice palpito: anime, anime, anime!».
La sua era un’opera pastorale fatta di semplicità e relazioni umane, «si accostò alle anime nel confessionale e con la predicazione. I migliori centri si contesero la sua parola, che risuonò sotto le volte delle Chiese, come un tuono, perché folgorante era la sua vita».
Nel 1926 una svolta decisiva imprime alla sua vita un ritmo nuovo: fondava, infatti, l’istituto religioso delle ‘Suore Operaie di Gesù’. Spirito di sacrificio e di preghiera fu la base della loro formazione spirituale. Nel 1929 si trasferì a Civitavecchia e venne nominato Canonico Penitenziere della Chiesa Cattedrale. Alcune testimonianze, citate nella biografia e nel processo diocesano, ricordano che «il suo confessionale era sempre affollato».
Altre testimonianze, raccolte nel processo diocesano, evidenziano l’azione caritativa del sacerdote: «aveva un cuore grande: era conosciuto da tutti i poveri della città e le sue tasche erano sempre vuote; a volte ritornava a casa senza giacca o altri indumenti, avendone fatto dono a chi non ne possedeva».
Una lunga malattia, che lo debilitò sia fisicamente che nella psiche per dodici anni, lo portò alla morte il 19 giugno 1961. Don Pio si spense circondato dall’affetto delle sue suore e da alcuni sacerdoti. «I presenti – scrive Hilgeman – non hanno più dimenticato gli attimi luminosi di quel santo e sereno tramonto. Un corteo immenso accompagnò Don Pio dalla casa madre delle ‘Suore Operaie di Gesù’ fino alla Cattedrale e al cimitero. Molti ripetevano: ‘È morto un santo!’».
Ora il processo passerà alla Congregazione delle Cause dei Santi in Vaticano dove saranno scritte in modo ufficiale – perché basate sui documenti e le testimonianze raccolti dal tribunale diocesano di Civitavecchia – la vita e le virtù del Servo di Dio Pio Frezza. Questo lavoro fatto dal postulatore – una specie di tesi di santità – è la cosiddetta ‘Positio’. Quando la ‘Positio’ sarà perfetta in ogni sua parte verrà sottoposta all’esame dei membri (vescovi e cardinali) della Congregazione delle Cause dei Santi che verranno chiamati ad esprimere il loro voto circa il grado eroico delle virtù praticate da Don Pio. Se tutto andrò bene il Santo Padre attribuirà a questo punto il titolo di ‘Venerabile’ al Servo di Dio Frezza. Se nel frattempo ci sarà stato un miracolo – avvenuto per intercessione di Don Pio Frezza -, riconosciuto dalla Chiesa, a quel punto si avrà la beatificazione; se dopo la beatificazione avviene un secondo miracolo si arriva alla canonizzazione (il Beato diventa Santo).
La preghiera del Vescovo
Pio Frezza, gioioso testimone
Signore Gesù,
che hai chiamato uomini semplici alla tua sequela
e, dopo aver vissuto con loro in comunione di vita,
li hai inviati come discepoli e apostoli del tuo Amore,
fa’ che il sacerdote Pio Frezza,
gioioso testimone della tua presenza
e padre premuroso verso le sue figlie spirituali
– le suore operaie di Gesù –
possa essere elevato, quanto prima, agli onori dell’altare.
La sua fede incrollabile in Dio Padre e Provvidenza,
il suo amore profondo e tenero per Gesù Eucaristia,
la sua devozione filiale alla Vergine Maria e a San Giuseppe,
la sua vita operosa per il Vangelo e per i fratelli,
siano per noi esempio di un camino spirituale
fino a giungere al Tabor della Trasfigurazione,
che è incontro con Te nel mistero dei segni oggi
e poi gaudio e luce di beatitudine senza fine.
Così sia.
+ don Luigi, vescovo