Nessuno più grande: nessuno come Giovanni, per stessa ammissione del cugino, Gesù di Nazareth, eccelle tra i nati di donna. Nessuno al pari di lui tra i santi della Cristianità ha ricevuto una maggiore venerazione della Chiesa lungo i secoli, dall’arte un’attenzione imperitura capace di effigiarlo in sculture e opere pittoriche di ogni scuola, dalla pietà popolare una serie di suggestivi riti che in tutta Europa si rinnovano nella notte che precede la sua festa. Proprio la collocazione della Natività di San Giovanni all’apogeo della stagione estiva, quando il sole raggiunge il suo culmine, racchiude già il mistero di questo santo: come l’astro solare dal suo giorno natale in avanti decresce sino a riprendere il suo corso nell’altro solstizio, che segna l’avvento di Cristo, così lui, il Precursore, diminuisce la propria importanza per aprire la strada all’unico Messia.
Anche Tarquinia, da qualche anno, ha riscoperto la giusta solennità che è dovuta alla celebrazione del Battista. La parrocchia di cui egli è titolare, nel cuore del centro storico, per iniziativa del parroco, mons. Cono Firringa, ne onora ormai da qualche anno con grande fervore la memoria e l’esempio, facendone coincidere la festa con la gioiosa conclusione dell’anno pastorale parrocchiale. Sabato 27 giugno l’assemblea si è così radunata nella pregevole chiesa romanica di San Giovanni Gerosolimitano, antico presidio cornetano dei Cavalieri di Malta, che nemmeno un incendio, qualche decennio fa, ha privato delle eleganti forme medievali. Dopo i tre giorni di preghiera guidati da don Fabio Casilli, mons. Sandro Santori e don Leopold Nimenya, a presiedere l’Eucaristia solenne della festa patronale, seguita dalla processione, è stato mons. Giuseppe Sciacca, prelato del Tribunale della Rota Romana, cui hanno fatto corona i presbiteri, i religiosi, i cavalieri e i volontari del Sovrano Militare Ordine di Malta, i cavalieri del Santo Sepolcro, le autorità, le corali ‘Franca Pico’ di Tarquinia e ‘Americo de Sanctis’ di Cerveteri col maestro Donato Salvatore Cambò e l’organista Luca Purchiaroni, il concorso di numerosi fedeli.