«L’unità si fa camminando insieme, percorrendo la strada che ci porta a guardare il mistero dell’Avvento e dell’incarnazione del figlio di Dio». Così il vescovo Luigi Marrucci ha salutato i partecipanti all’incontro di preghiera ecumenica che si è svolto lo scorso 12 dicembre nella parrocchia di San Francesco di Paola a Civitavecchia. L’iniziativa, promossa dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso in collaborazione con le Chiese Ortodossa, Battista ed Evangelica del Nazareno, è stata animata dai movimenti ecclesiali e dai giovani della Comunità Mondo Nuovo.
L’incontro, che ha radunato oltre cento persone, si è aperto con la processione di intronizzazione della Parola e della Croce,accompagnate da una candela accesa: Gesù, luce del mondo.
L’intervento del vescovo Luigi Marrucci.
In questi ultimi mesi abbiamo assistito ad alcuni eventi di grazia: il Sinodo delle Chiese Ortodosse e la visita di Papa Francesco in Svezia per celebrare con i Luterani i 500 anni della Riforma Protestante. A quanto è stato detto dai protagonisti e a quanto è stato scritto, desidero rifarmi per una riflessione conclusiva al nostro incontro di preghiera, come Chiese cristiane, in cammino verso la celebrazione del Santo Natale.
Vivo con gioia questi momenti d’incontro e di preghiera ela gioia scaturisce dall’incontrare Gesù Cristo e incontrarlo insieme, come fratelli e sorelle nell’unica fede. E “dove due o più sono nel suo nome, il Signore Gesù è presente” (Mt 18,20).
“L’unità si fa camminando” e camminando insieme ci si conosce, si scoprono pregi e difetti, ci si aiuta reciprocamente, si individuano obiettivi comuni, si valorizzano di più i buoni esempi che ammiriamo e, mi auguro ci impegniamo anche ad eliminare i risvolti negativi che possediamo.
Insieme costruiamo relazioni e nel dialogo si stringe sempre più amicizia.
Tutto questo lo compie la Parola di Dio che insieme ascoltiamo e che ci apre alla preghiera; insieme lodiamo il Padre, insieme invochiamo la benedizione di Dio sulle nostre comunità e nel nome di Cristo, nostro fratello, ci benediciamo reciprocamente.
Camminando si compiono anche dei gesti: si offre la mano per salutare, si sintonizza il cuore sull’onda dell’altro per comunicare i propri sentimenti ed accoglierli, si fanno passi insieme come discepoli di un Maestro che si affianca a noi ma non sempre è facilmente riconosciuto,finché entrati in casa – in se stessi – per il buio della notte, non spezzerà per noi il pane del perdono.
Il cammino ci porta a guardare insieme al mistero dell’avvento del Signore come Giudice misericordioso al termine del cammino umano, e a guardare anche al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio che ci sta dinanzi.
E vorrei contemplarlo questa sera, insieme a voi, nella povertà materiale e spirituale di tanti nostri fratelli e sorelle.
Servire i poveri è servire la carne di Cristo, come ha fatto Maria; è accogliere oggi l’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio, continuando nel tempo il memoriale della sua nascita.
E se noi cristiani serviamo insieme i poveri, vuol dire che ci troviamo uniti nel toccare anche le piaghe di Cristo. Servire i poveri nel corpo e nello spirito, accogliendoci nelle nostre povertà.
Forse camminando insieme, qualche asprezza di terreno sulla dottrina si può incontrare, ma nelle opere di carità e nella preghiera si può camminare speditamente.
Camminare insieme vuol dire avere come guida unica Gesù Cristo: è Lui che ci unisce.
L’unità non si fa mettendoci d’accordo ma andando insieme. E mentre camminiamo ci rendiamo conto che stiamo bene insieme, e questa è già unità. E’ lo Spirito Santo che ci porta e ci conforta.
“La Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione” ha detto il Papa emerito Benedetto XVI; e Papa Francesco aggiunge: “ogni forma di proselitismo tra i cristiani è per se stesso peccato grave. Perché la Chiesa non è una squadra di calcio che cerca tifosi!”.
La Chiesa di Cristo vive di comunione; è l’amore di Cristo che unisce tutti i cristiani e, parafrasando Ignazio di Antiochia, con immagini e analogie quali la cetra, le corde, l’intonazione, il concerto, chiede a chi ha responsabilità del servizio di rendere la comunità una bella e gradevole sinfonia.
Pertanto il cammino ecumenico non è “occupare spazi” ma percorrere insieme tre strade, ha sottolineato più volte Papa Francesco: la strada delle opere di carità, la strada della preghiera, la strada della confessione di Cristo attraverso il martirio -ecumenismo del sangue.
Infine, camminiamo insieme perché il punto di partenza è unico: il Battesimo.
E’ il Battesimo la sorgente comune che unisce tutti noi cristiani; avere lo stesso Battesimo vuol dire confessare insieme che il Verbo si è fatto carne: e questo ci salva. Se camminiamo insieme come figli di un unico Padre sulle tre strade indicate, come Chiese saremo meno autoreferenziali, vivremo meno di luce propria, ci saranno sempre meno divisioni, a tutti daremo la luce di Gesù Cristo.
Alle nostre comunità cristiane l’augurio di un Santo Natale e, insieme a tutti gli uomini e le donne del mondo, un sereno 2017.
Così sia.