Domenica scorsa siamo stati richiamati da una melodia che non si sentiva più da oltre 65 anni, ovvero da quel lontano 14 maggio del 1943 quando il bombardamento su Civitavecchia distrusse l’antica chiesa di Santa Maria, le cui più antiche memorie risalgono al XII secolo. Già luogo di culto templare, nel 1422 la prestigiosa chiesa fu affidata da papa Martino V ai domenicani, che la tennero fino all’immediato dopoguerra. Sorgeva nello slargo, oggi ancora visibile, di corso Marconi. I rintocchi provenivano dalle antiche campane recuperate dalle macerie e posizionate nel nuovo Campanile adiacente la chiesa parrocchiale di San Giuseppe.