Domenica 6 febbraio la Chiesa Italiana celebra la Giornata della vita. I giorni che stiamo vivendo, però, pongono dinanzi ai nostri occhi e ai nostri cuori il dramma della sofferenza, dell’abbandono e della morte. L’esperienza della pandemia preoccupa tuttora dopo due anni; ancora di più preoccupa la superficialità e l’ignoranza con cui tanti affrontano questa drammatica emergenza, negando le acquisizioni della scienza e rifugiandosi in teorie complottiste che peggiorano la situazione sanitaria e sociale. Mentre le persone soffrono e muoiono a causa di questa piaga del covid, molte altre non ricevono le cure necessarie e rimangono nella solitudine e nella precarietà, a causa del sovraffollamento delle strutture ospedaliere.
Quando parliamo di difesa della vita, dobbiamo considerarla come un dovere primario per ogni essere umano. A maggior ragione per ogni credente che segue il Dio “amante della vita” (Sap 11, 26): il credente, infatti, deve mettere la difesa della vita al vertice del proprio impegno nella storia. Difendere la vita vuol dire tutelarla e custodirla. Con l’auspicio che sia una vita autentica, piena di senso e degna di valore. Non c’è vita senza sviluppo e senza adeguate condizioni di vivibilità, che abbiamo il dovere di assicurare a tutte le persone.
Custodire la vita vuol dire valorizzarla e promuoverla, anche – e soprattutto – dinanzi al disprezzo della vita che sembra prevalere oggi nel contesto sociale di un mondo economizzato e mercantile. L’inverno demografico, l’abbandono degli anziani, la scarsa attenzione alle criticità psicologiche degli adolescenti, la fatica dei giovani a trovare una collocazione lavorativa degna, le sofferenze affettive e morali nella formazione del nucleo familiare da parte delle giovani coppie, le discriminazioni di ogni genere, le violenze intrafamiliari, lo sfruttamento dei piccoli e tutte le forme di dipendenza psicologica: sono segni della fatica della vita. Sentiamo il dovere di difendere la vita e di affermarne il valore immenso: ogni istante di vita è un dono da valorizzare. Non permettiamo ai sistemi economici di distruggere la bellezza delle relazioni, la centralità degli affetti, il calore dell’umanità!
La scelta è quella di vivere nel mondo custodendo la vita sempre, a qualunque costo. Si tratta di una scelta che ci impegna a dialogare con tutte le componenti sociali, rammentando il compito di dare ascolto alle domande di ogni sorella e di ogni fratello. Ascoltiamo il grido di chi soffre e di chi cerca sostegno ed aiuto, senza discriminare nessuno, anzi accogliendo le persone in difficoltà. Pensiamo a quanti nel mondo fuggono dai loro paesi per cercare condizioni di vita decorose e pacifiche! Pensiamo alle donne che subiscono violenza in tantissimi paesi, pensiamo ai bambini costretti a lavori massacranti per sopravvivere, pensiamo a popolazioni sterminate per violenze etniche assimilabili a genocidi!
Mentre ringrazio di cuore tutti coloro che nella nostra Chiesa locale dedicano il proprio impegno in difesa della vita, auguro che il lavoro pastorale possa sostenere ad aiutare le famiglie nel bellissimo impegno di trasmettere la vita.