È disponibile online l’Annuario ecclesiale 2025 pensato per “narrare” la vita di due Diocesi: quella suburbicaria di Porto-Santa Rufina e quella di Civitavecchia-Tarquinia.
Un volume di 342 pagine, suddiviso in due sezioni diocesane, in ognuna delle quali sono indicati i riferimenti delle parrocchie, il clero e le comunità religiose, gli ufficio diocesani e le aggregazioni laicali, le scuole cattoliche e tutti gli altri aspetti organizzati della vita delle due Chiese. In appendice anche la parte delle esperienze formative interdiocesane.
«Desidero comunicarvi la mia felicità nel dare vita a questo sussidio pastorale che corona un cammino condiviso oramai da oltre tre anni» scrive il vescovo Gianrico Ruzza nell’introduzione, ricordando le tappe che lo hanno portato nel 2020 a Civitavecchia-Tarquinia e, un anno dopo, nella chiesa di Porto-Santa Rufina.
«Sono anni intensi – scrive -, scanditi dal cammino sinodale, che ci vedono impegnati in un percorso entusiasmante alla ricerca di vie adeguate per offrire al popolo di Dio la speranza del Vangelo nel contesto attuale, caratterizzato dall’individualismo, dalla chiusura in sé stessi, dalla fatica a ritrovare le radici della vita comunitaria, dalla paura per i gravi fatti della storia attuale. Ma, certamente ne avete coscienza, stiamo iniziando l’anno dedicato alla speranza, per ricondurre tutti i nostri percorsi alla certezza della Resurrezione e all’attesa della vita eterna che il Signore Gesù ha conquistato per ciascuno di noi».
Il presule si sofferma anche sui motivi che lo hanno spinto a unire in un unico documento la vita delle due diocesi. «Non è sufficiente che ci sia un unico Vescovo per due chiese locali che hanno una storia gloriosa, un passato luminoso, tradizioni spirituali belle e radicate nel tempo. La storia non si può cancellare e le nostre chiese hanno vissuto per due volte un’esperienza comune che ci incoraggia a sentire questa chiamata del Papa a camminare insieme come una bella opportunità di crescita, nello spirito di comunione».
Nel testo che introduce il volume, Ruzza ripercorre per grandi linee la storia delle due diocesi che già dal 1825 al 1854 «hanno vissuto una prima esperienza comune, durante il pontificato di Leone XII». Il Papa, accogliendo il desiderio e l’infaticabile lavoro teologico e pastorale del civitavecchiese padre Vincenzo Maria Strambi, divenuto Vescovo di Macerata e fidato consigliere del pontefice, decise di ripristinare l’antica diocesi di Centumcellae e la unì nella persona del cardinale Pacca con la Diocesi suburbicaria di Porto-Santa Rufina.
Una seconda volta le due Diocesi si ritrovarono unite, grazie all’opera di monsignor Luigi Rovigatti. Parroco della chiesa deòòa Natività di Nostro Signore Gesù Cristo in Roma, fu chiamato da Paolo VI a divenire vescovo ausiliare di Civitavecchia il 23 maggio 1966, ma dall’11 maggio 1968 il Papa gli chiese anche di essere Vescovo ausiliare di Porto-Santa Rufina, divenendone nello stesso tempo Vicario Generale. E se dal 1969 fu Amministratore sede plena di Civitavecchia-Tarquinia, rimase ugualmente nell’incarico a Porto. E ciò fino al 10 febbraio 1973 quando venne nominato Vicegerente di Roma.
«Ebbene – scrive il vescovo -, percepisco questi due momenti della nostra storia come un monito a percorrere di nuovo strade comuni nello spirito di Evangelii Gaudium di Papa Francesco».
«Il mio desiderio più profondo – continua il presule -, risiede e si proietta nell’impegno costante delle nostre Chiese locali ad essere comunità evangelizzanti nel tempo che ci è dato, irto di difficoltà e di contraddizioni. Sento forte l’urgenza di proclamare la bellezza, la forza, la potenza del Vangelo alle nostre sorelle e ai nostri fratelli di ogni età, per rispondere alle loro attese, alle loro domande, ai loro dubbi, alle loro delusioni nei confronti della vita».
«Sentiamoci in questo anno giubilare anche noi “pellegrini di speranza”, ma viviamo questa condizione con la consapevolezza di essere protagonisti di una speranza dinamica e incisiva, trasformante e convincente, luminosa e coinvolgente».