Oltre il 70% andrà alle urne, molti di più dell’affluenza media delle ultime elezioni. A spingerli sono i valori più alti della partecipazione democratica: il diritto-dovere di partecipare al governo della città, il rispetto per chi ha lottato fino alla morte per garantirlo o, più semplicemente, «perché chi non vota non può lamentarsi», oppure «perché è la prima volta che voto e vale la pena provare».
«I giovani sono molto meglio di come vengono rappresentati»: a dirlo è stato Domenico Barbera, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, che lo scorso 29 maggio, nella Sala Giovanni Paolo II della Cattedrale, ha illustrato i risultati del sondaggio “Cosa chiedono i giovani alla politica?”, un’iniziativa promossa dalla Scuola di formazione all’impegno sociale e politico “Custodi del futuro” in collaborazione con il Progetto Policoro e l’Ufficio di Pastorale giovanile della diocesi di Civitavecchia-Tarquinia che ha visto i gruppi giovanili ecclesiali incontrare i sei candidati sindaco di Civitavecchia per proporre un appello con le loro richieste.
Alla presenza del vescovo Gianrico Ruzza, una rappresentanza di giovani delle parrocchie, dei movimenti ecclesiali e degli oratori ha presentato il manifesto con quanto emerso da un questionario al quale hanno liberamente risposto 160 coetanei.
Chiedono luoghi di aggregazione, strade pulite e sicure, opportunità di partecipazione e formazione ma, soprattutto, politici “competenti e preparati” con a cuore «lo sviluppo della città prima del consenso elettorale». I ragazzi lamentano anche una scarsa informazione sull’Unione Europea e sui temi che sono al centro della politica continentale ma, chiedono, «di poter vivere una doppia festa della democrazia».
«Ringrazio i promotori per questa esperienza innovativa e coinvolgente» ha detto il vescovo Ruzza. «Nei prossimi anni, i ragazzi che hanno risposto a queste domande e realizzato il manifesto saranno impegnati nello studio, nel lavoro e in tutte quelle attività che consentiranno loro di realizzarsi. Assicuro a tutti – ha sottolineato il presule – che sarò io a vigilare affinché queste loro richieste siano rispettate e a far sentire la loro voce qualora non avvenga».
A presentare il “Manifesto dei giovani alla politica locale” sono stati Lorenzo Mancini, educatore dell’Azione Cattolica, e Lorenzo Salvatore, animatore dell’Oratorio Salesiano. Tre gli aspetti che vengono sottolineati nel documento: partecipazione, formazione e visione.
«Non è vero che i giovani non sono interessati a impegnarsi per la società in cui vivono – ha spiegato Mancini -. Abbiamo voglia di metterci in gioco e di essere coinvolti. Spesso mancano le intenzioni da parte di chi è più grande di agevolare la partecipazione giovanile: imponendo dall’alto la propria visione e non lasciando spazi di responsabilità che permettano di fare esperienza. Abbiamo il bisogno di essere coinvolti e di poter esprimere sul campo la nostra visione. Lasciateci spazio, accompagnandoci però in questa crescita di responsabilità».
Per Salvatore «abbiamo bisogno di essere formati nella cultura politica, al funzionamento delle nostre istituzioni, dobbiamo sapere per cosa stiamo votando, dobbiamo sapere come l’appartenenza all’Europa può interagire nella nostra società così come a livello nazionale, regionale e comunale. La democrazia è un diritto che ha bisogno di essere curato, chi si occupa di politica deve essere il primo a difendere questo».
Pur nella diversità di opinioni, i giovani hanno sottolineato come emergano delle alte tematiche comuni «che si propongono come sfide del nostro tempo»: la sostenibilità che oltre al tema ambientale riguarda il lavoro, i diritti umani e sociali e la sanità.
«Pace, sviluppo sostenibile, integrazione e uguaglianza sono le grandi sfide, occorre un’Europa che sappia favorire inclusione e fratellanza a tutti i livelli, occupandosi anche della tutela di diritti».
Dalla città di Civitavecchia emergono «richieste altamente concrete verso un comune che sappia rispondere e far funzionare gli spazi e i servizi. Una città pulita con strade ben tenute e dove i servizi essenziali, tra tutti la sanità, funzionino e sappiano rispondere alle esigenze di vita dei cittadini. Si sente anche la necessità di un adeguamento delle strutture scolastiche. Si auspica anche una progettualità in cui i giovani possano avere adeguati spazi: ricreativi, sportivi, di svago e di aggregazione».
«Come giovani – si conclude l’appello – siamo stanchi di una politica propagandistica e non di sostanza. Vogliamo una politica che sappia essere collaborativa anche nella diversità di vedute, che sappia lavorare per il bene comune, con onestà, competenza tecnica e senso di appartenenza». Rivolti ai sei candidati, i giovani hanno chiesto «oltre ad avere il compito di lavorare per il bene della nostra città, avete anche il dovere in questo tempo di far innamorare le persone alla politica e alla partecipazione democratica».