Cari amici, in questi ultimi due mesi, avete sentito dire più volte che il Papa ha inaugurato l’Anno della Fede. Cosa vuol dire? Perché? Come si deve vivere questo anno?
Sono interrogativi legittimi, che meritano una risposta.
Con l’Anno della Fede il Papa desidera che tutti i battezzati prendano consapevolezza del dono che hanno ricevuto all’inizio della vita.
Anche noi, chiamati ad esistere dai genitori, collaboratori di Dio Creatore, abbiamo ricevuto un regalo direttamente da Dio: la fede.
Il Sacramento del Battesimo infatti, mentre ci fa diventare ‘figli di Dio’ nel suo Figlio Gesù, ci offre anche quei doni che da Dio discendono e si chiamano ‘fede, speranza, carità’.
Ma questi doni hanno bisogno di essere accolti, vissuti, sviluppati, per farli diventare motivo principale della nostra vita.
Ciò che ci interessa di più, è sempre al centro dei nostri pensieri e del nostro agire: così deve essere il dono della fede, per chi ha fatto la scelta cristiana della vita.
La fede è nutrita dalla Parola di Dio che, ogni domenica, ascoltiamo nella Celebrazione dell’Eucaristia; una Parola che poi si fa presenza nel segno del Pane e del Vino e diventano dono nella Santa Comunione, aprendoci alla speranza di una vita bella, serena, pulita.
‘Senza questo incontro domenicale, non possiamo vivere’ ripetevano i cristiani dell’Africa settentrionale all’imperatore, che voleva impedire la loro presenza alla Messa.
La fedeltà alla Messa della domenica ci aiuta a tenere viva la fiaccola della fede, ricevuta nel Battesimo e arricchita nella Confermazione e a vivere in attesa dell’incontro che avremo con il Signore, al termine della nostra esistenza terrena.
Ad un appuntamento importante ci si prepara, ci si veste bene, ci si va contenti: ecco il dono della speranza in noi.
La fede e la speranza poi, per non essere troppo astratte, devono avere una loro concretezza nella carità, nell’amore.
La fede, incarnata nell’amore, crea comunione, stabilisce solidi rapporti di fraternità,
produce perdono, orienta un sereno cammino.
E vivere la fraternità è un anticipo del Paradiso.
Quante occasioni belle abbiamo ogni giorno per testimoniare i doni di Dio in noi, e cioè la
fede, la speranza, la carità, sia in Parrocchia, come in famiglia, a scuola, nel campo da gioco,
per strada, ovunque, e dire a tutti quanto è bello vivere con Gesù.
In prossimità delle feste natalizie, è questo l’augurio che desidero rivolgere a voi ragazzi, alle vostre famiglie, ai vostri educatori, agli amici di scuola e di gioco:
questo Anno della Fede sia vissuto come un tempo di grazia, di benevolenza, che il Signore offre;
nonostante le difficoltà economiche e familiari, Dio è presente e non abbandona nessuno;
tutto è bello e dona felicità, se al centro dei pensieri e dei desideri c’è Dio;
Dio si incontra, si ama e si serve in ogni persona in quanto ‘sua immagine e somiglianza’, dal momento che il suo Figlio ha fatto l’ingresso nel nostro mondo con il Natale e ha dato all’uomo la possibilità di andare a Dio.
Un Santo Natale e un sereno 2013 a tutti!
+ don Luigi, vescovo
Civitavecchia, 8 dicembre 2012, solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria