«Catechisti insieme» è la giornata diocesana in programma il prossimo 17 giugno nella parrocchia di San Gordiano a Civitavecchia. Un’occasione di condivisione e verifica, promossa dalla «Consulta diocesana per la catechesi», che inizierà alle 9.30 per concludersi alle 16.30 con momenti assembleari e incontri di gruppo.
«Mi rivolgo come padre e pastore a voi con grande stima» scrive il presule. Dopo aver espresso «la gratitudine e l’affetto per il servizio che svolgete a vantaggio degli altri», ricorda che «compito del catechista è quanto mai importante e impegnativo in questo tempo che molti descrivono come costantemente in crisi». «Vivendo questo ministero “di fatto”, voi vi assumete in prima persona l’inquietudine della Chiesa in uscita, condividete la gioia e la responsabilità di testimoniare Cristo, siete la presenza della comunità cristiana davanti al volto di ogni bambino, giovane o adulto che incontrate».
Il vescovo ricorda che è in corso «un ripensamento globale degli itinerari dell’iniziazione cristiana», «un passaggio necessario e importante, di cui non possiamo assolutamente fare a meno».
Un percorso di iniziazione cristiana di ispirazione catecumenale–kerigmatica che «ha come “punti di forza” gli adulti, i genitori, i bambini-ragazzi-giovani, voi catechisti, la comunità parrocchiale nelle sue articolazioni». «Si tratta di un itinerario che riafferma la centralità dell’incontro con il Signore Gesù attraverso la sua Parola all’interno di comunità ecclesiale sempre più aperte e che cercano di continuare nel tempo i gesti di tenerezza che il Vangelo ci racconta».
«In questa fase sperimentale – scrive Ruzza -, esortati da papa Francesco nei suoi vari interventi ma soprattutto dal testo di Evangelii Gaudium, continuiamo a sentirci provocati a mettere in atto un’autentica conversione: del cuore di ciascuno, dell’azione pastorale, delle strutture, della missione».
«Possiamo riconoscere che oggi, il bene dei bambini, ragazzi, giovani e delle famiglie richiede impulsi nuovi per l’annuncio e la formazione, così come ci spinge a trovare nuove vie di comunicazione e di coinvolgimento». Il passaggio da da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria, auspicato dal Papa, per il presule «si tratta di passaggio da una pastorale organizzativa in funzione dei sacramenti a una pastorale generativa, ad una comunità che accompagna le persone generandole alla fede».
«Il prossimo anno pastorale – scrive il vescovo – sarà dedicato in tutte le Chiese che sono in Italia al tempo del discernimento e posso assicurarvi che sarà un momento molto fecondo per tutte le nostre realtà diocesane. Avremo modo – dopo l’ascolto sinodale compiuto in questi due anni – di confrontarci su scelte, percorsi, metodi e obiettivi che caratterizzano i nostri itinerari formativi e di servizio. Per tale motivo, vi chiedo con insistenza di intervenire al convegno del prossimo 17 giugno».