«L’ascolto attento delle gioie, delle speranze e delle difficoltà del popolo di Dio e dalla riflessione condivisa con tante donne e uomini di buona volontà». È stato questo il cammino sinodale nella chiesa di Civitavecchia-Tarquinia i cui frutti sono riportati nella «Sintesi della prima fase del cammino» realizzata dall’equipe diocesana del Sinodo e pubblicata nel sito internet diocesano. Il documento, che è stato inviato alla segreteria del Sinodo, verrà anche approfondito nel corso del consiglio presbiterale diocesano del prossimo 30 maggio e nel consiglio pastorale del 10 giugno. In particolare, scrivono i coordinatori, «è stato possibile toccare ferite e sofferenze che gli sforzi della pastorale non avevano sinora raggiunto: ricevere le critiche e apprendere i desideri finalmente espressi da tante persone rimaste sino a ieri lontane; osservare lo scenario, per molti aspetti sorprendente, di periferie esistenziali mai prima attraversate». (Il testo integrale della Sintesi)
Le tappe
Prologo del cammino è stata l’invocazione dello Spirito Santo in una Eucaristia celebrata nella cattedrale di Civitavecchia il 17 ottobre 2021.
Il vescovo ha quindi indirizzato a quanti vivono nel territorio della Diocesi, credenti e non, una breve lettera nella quale ha sollecitato ad esprimere con sincerità e libertà le proprie esperienze con la comunità ecclesiale, attraverso la proposta dell’interrogativo fondamentale del Sinodo tradotto in due incisive domande: “Come desideri che la Chiesa ti sia vicina e possa camminare accanto a te?”, “Come vorresti partecipare in modo personale alla vita della Chiesa?”.
Sono state raccolte circa 450 risposte sul sito diocesano, circa 1000 risposte dagli studenti delle scuole dell’infanzia, primarie, medie inferiori e superiori e circa 200 risposte dagli assistiti Caritas.
Sin dall’autunno 2021 sono poi stati organizzati diversi incontri sinodali tematici negli «ambienti»: il mondo giovanile, la musica, il volontariato sociale, gli operatori dell’industriale e dell’agricoltura, il mondo del lavoro, i commercianti e gli ambulanti, le comunità religiose. Lo stile, anche in questi incontri, è stato quello dell’ascolto, a partire dalle domande.
Contemporaneamente è stato promosso un percorso sinodale a livello parrocchiale che ha trovato un momento di sintesi in numerosi tavoli di confronto interparrocchiali: venti incontri distribuiti in sei parrocchie nella zona pastorale di Civitavecchia e cinque in tre parrocchie per la zona pastorale di Tarquinia. La partecipazione complessiva è stata di oltre 350 persone.
Un Chiesa inclusiva ed estroversa
È innegabile che l’ascolto ha comportato la ricezione di numerose osservazioni critiche, talvolta molto emotive. Non mancano giudizi graffianti espressi da chi è deluso, rabbioso, scontento, apatico, oppure si sente abbandonato. È diffusissima la prassi della rinuncia ad ogni pratica religiosa dopo aver ricevuto il sacramento della confermazione in età adolescenziale. La propensione ad un eventuale impegno è decisamente orientata non verso le attività di culto o di catechesi ma verso opere concrete di volontariato e di beneficenza, percepite come più importanti, efficaci e aperte all’esterno.
Casa dell’accoglienza
L’immagine di Chiesa che viene auspicata è quella di una casa accogliente dove poter parlare senza essere giudicati, dove porre al centro «sane e funzionali relazioni che presuppongono silenzi e ascolto», che siano sincere e costruttive.
Palestra di dialogo
È forte il desiderio di incontrare nella Chiesa persone interessanti, capaci di farti sentire amato e con le quali condividere i talenti, capacità soprattutto di discernimento critico e di osservazione del tempo e dei suoi drammi, in un dialogo costante. Occorre equilibrio tra l’esigenza di trovare la centralità della spiritualità e della Parola attraverso l’azione liturgica e la devozione popolare e la necessità di trovare strumenti, linguaggi e forme nuove per raggiungere le persone e camminare con loro, parlare con loro.
Scuola di spiritualità e di comunione
Cercare nuovi percorsi di comunione tra le parrocchie e i movimenti, che aiutino le diverse realtà ecclesiali ad essere insieme «espressioni del volto di Cristo». Al tempo stesso è comune la volontà di porre al centro la formazione e la crescita spirituale di quanti sono impegnati a vario titolo nella pastorale, per corrispondere alla grande sete di spiritualità che si riscontra in chi si accosta o si riaccosta alla vita di fede e spesso incontra soltanto persone distratte da mille impegni e dalla mondanità.
I giovani
I ragazzi e gli studenti esprimo il desiderio di sicurezza, di incontrare persone felici di essere cristiane e «gentili con tutti», che ti aiutano ad essere sé stessi e a maturare i propri talenti, «un posto dove si vive nel modo giusto» e dove si educa alla responsabilità e alla libertà. Nella capacità di rispondere a queste attese dei giovani e alla loro straordinaria carica si gioca il destino delle comunità ecclesiali.
Le prospettive
Quello sinodale non è un percorso chiuso in se stesso, con una meta definita e definitiva. Passo dopo passo, ha piuttosto confermato l’opportunità di uno stile di annuncio, ha indicato ragioni di incomprensione, ha motivato maggiormente alcune scelte e propiziato di nuove e di altre. Ma soprattutto ha segnato una strada lungo la quale occorre nei mesi prossimi proseguire il percorso con maggiore entusiasmo e con rafforzata convinzione: immaginare un percorso di iniziazione cristiana profondamente rinnovato; formare e motivare i laici alla responsabilità pastorale; ritrovare l’equilibrio tra il mistero liturgico e celebrativo e la diaconia; dare sollievo alla sete di spiritualità; creare comunione, oltre ogni pregiudizio.