Il decreto del vescovo Gianrico Ruzza dell’8 aprile 2022
In considerazione della conclusione dello stato di emergenza emanato per la prevenzione del contagio del virus Sars-CoV-2, la Conferenza Episcopale Italiana ha emanato alcune direttive.
Nelle indicazioni che sono state fornite si specifica che dal 1° aprile 2022 è abrogato il Protocollo di intesa tra il Governo italiano e la CEI in vigore dal 7 maggio 2020. Di conseguenza, le misure e gli impegni previsti in tale Protocollo non sono più in vigore.
Contemporaneamente la Conferenza Episcopale sollecita tutti i Pastori e i responsabili delle comunità cristiane ad avere atteggiamenti di estrema prudenza, considerando anche che i contagi della pandemia non sono in calo, semmai assistiamo ad una crescita del numero delle persone ammalate.
Pertanto, cogliendo le sollecitazioni emanate dalla Conferenza Episcopale italiana, avendo a cuore sia la salute dei fedeli che frequentano le nostre comunità/parrocchie, sia il dovere di responsabilità che i Pastori (Vescovi e presbiteri) per primi devono vivere e testimoniare, anche in funzione del ruolo ecclesiale che li contraddistingue, allo scopo di agevolare lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche del tempo quaresimale e pasquale (in modo particolare i riti della Settimana Santa, così intensi e determinanti per la vita dell’intera comunità cristiana)
D I S P O N G O
che nelle parrocchie e nelle comunità della nostra Diocesi ci si attenga con grande premura alle seguenti indicazioni:
- Nei luoghi di culto e negli ambienti parrocchiali in cui si svolgono attività pastorali e/o caritative si mantenga l’uso obbligatorio delle mascherine, almeno fino a quando non vengano date indicazioni contrarie.
- Anche se non è più richiesto il distanziamento fisico, si eviti in ogni modo che si verifichino situazioni di assembramento (in particolare per l’ingresso e l’uscita da celebrazioni e/o incontri).
- Per la distribuzione della Santa Comunione, si mantenga la prassi che il ministro continui ad indossare la mascherina e porga la particola consacrata nella mano del fedele; qualora il fedele insista per ricevere la Comunione direttamente in bocca, ciò avvenga esclusivamente alla conclusione della distribuzione all’assemblea; si rammenta che il pericolo di contagio in tali casi è elevato; ritengo – pertanto – assolutamente sconsigliabile questa prassi, mentre è estremamente opportuno indirizzare i fedeli a ricevere la Comunione sul palmo della mano, secondo le modalità previste, valorizzando il gesto di ricevere il Corpo Santissimo di Nostro Signore come su un trono regale.
- È necessario continuare ad osservare tutte le indicazioni per l’igienizzazione delle mani entrando in chiesa, così come si mantenga l’uso di pulire accuratamente gli ambienti al termine di una celebrazione/un incontro. Raccomando fortemente che sia assicurato un sufficiente ricambio di aria, mantenendo finestre e porte aperte.
- Per la raccolta delle offerte dei fedeli si ricorda che è necessario (oltre che conveniente) svolgerla dopo la distribuzione della Comunione.
- Per il gesto dell’offerta della pace, ritengo necessario per ora mantenere la prassi di scambiarsi tale offerta con uno sguardo e non con il saluto della mano.
- Le acquasantiere rimangano vuote, come è stato finora.
- È possibile svolgere le processioni, ma è necessario assicurare un servizio d’ordine che faccia rispettare l’obbligo di evitare ogni assembramento (il che presuppone che le persone mantengano una minima distanza l’una dall’altra).
- Occorre sottolineare che la partecipazione in presenza alla celebrazione della Messa domenicale è necessaria, oltre che raccomandata per la personale crescita spirituale, in ottemperanza alla secolare tradizione della Chiesa, che la identifica come “precetto domenicale”: la sospensione prevista nel Protocollo sopra citato, pertanto, è da ritenersi abrogata. Possono evitare la partecipazione in presenza alla celebrazione domenicale le persone ammalate o anziane, che potranno beneficiare della preghiera comunitaria attraverso i mezzi di comunicazione autorizzati dalla Conferenza Episcopale Italiana (canali televisivi nazionali Rai e Mediaset, TV 2000, Telepace, ecc…); debbono – dunque – essere evitate dirette streaming organizzate dalle singole comunità (anche parrocchiali), mentre per quelle delle celebrazioni diocesane, sarà valutata l’opportunità nei competenti uffici della Curia.
Affido tali disposizioni alla responsabilità di ogni fedele ed in modo particolare dei Pastori delle nostre amate Comunità parrocchiali. L’impegno di tutti per evitare ulteriori danni che possano nascere dalla crisi pandemica è un segno di autentica carità verso la comunità ed in modo particolare verso i più deboli.
Augurando a tutti di percorrere il cammino dei prossimi giorni in spirito di fraternità ed in sintonia con lo stile di comunione che stiamo vivendo grazie al cammino sinodale, a tutti invio di cuore la mia benedizione.