Una lettera a parroci e sacerdoti per confermare e condividere alcuni orientamenti pastorali che riguardano la vita liturgica e i sacramenti. È l’iniziativa del vescovo Gianrico Ruzza che il 14 dicembre 2021 ha scritto «all’inizio del nuovo anno liturgico e in considerazione delle vicende storiche ed ecclesiali che stiamo vivendo nel tempo attuale», dopo una consultazione con l’Ufficio liturgico diocesano (il testo integrale)
Le indicazioni del presule riguardano tre aspetti: la celebrazione del sacramento del Battesimo, la celebrazione dell’Eucarestia e il rito delle esequie.
Per i battesimi, si raccomanda che «la celebrazione di questo Sacramento della nascita cristiana abbia luogo solamente nelle singole chiese parrocchiali, evitando che possa compiersi in rettorie o cappelle». Inoltre, l’invito a coltivare la preparazione delle famiglie coadiuvandole nell’impegno educativo «con amore di veri pastori». «Invito fortemente a pensare di costituire nelle parrocchie piccole equipe di catechisti che possano affiancarvi in questo servizio».
Inoltre, «si curi molto la celebrazione nei “segni” nobilmente espressi e nelle parole sapientemente donate e radicate nella Parola di Dio». Secondo le varie esigenze pastorali, il sacramento del Battesimo si può celebrare sempre, ma in modo particolare nella veglia pasquale e la domenica.
Sulla celebrazione eucaristica, «in questo tempo di pandemia» monsignor Ruzza invita «per il rispetto al Popolo Santo di Dio» l’attenzione alle indicazioni che recepiscono quanto stabilito dal Protocollo di intesa tra la CEI e il Governo italiano.
Per la celebrazione delle esequie, «in attesa che la Conferenza Episcopale del Lazio si pronunci con un proprio documento» il presule «rammenta» alcuni principi fondamentali «che siano una tutela per il decoro della celebrazione e per il forte valore pastorale della preghiera di suffragio offerta per i nostri defunti».
Nel caso di cremazione, «le norme prevedono che la celebrazione liturgica preceda la cremazione». Il vescovo ricorda anche che «è necessario che le esequie, con la Messa o con la Liturgia della Parola, si celebri nel pieno rispetto del dolore umano», per questo raccomanda che «la celebrazione si svolga con calma, senza fretta, e si evitino espressioni non conformi alla delicatezza umana del momento». Da qui anche le indicazioni per le omelie «incentrate sulla Parola di Dio» e che, le parole di commiato dei parenti del defunto, qualora siano richieste, siano «brevi parole di cristiano ricordo del defunto», «pronunciate prima dell’inizio della celebrazione o subito dopo il saluto liturgico iniziale della Messa, con una introduzione del celebrante».