Percorsi matrimoniali in sole due sedi, a Civitavecchia e Tarquinia, di dodici incontri e svolti in due moduli in autunno e in inverno. È questa la principale novità annunciata dal vescovo Gianrico Ruzza in una lettera dello scorso 21 settembre indirizzata alle comunità parrocchiali.
«Il tema della celebrazione del matrimonio cristiano – si legge – assume un’importanza sempre maggiore, alla luce del cammino che la nostra Diocesi vivrà nel presente anno pastorale 2021-2022, leggendo e meditando nelle comunità parrocchiali l’esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia». Per questo, dopo un «attento confronto» con l’Ufficio per la Pastorale familiare e l’équipe diocesana ad esso collegata, il vescovo annuncia «alcune novità» ai percorsi che attualmente vengono proposti.
«Avverto tale esigenza dinanzi al progressivo decremento del numero dei matrimoni sacramentali celebrati e guardando con realismo alle situazioni di criticità che si moltiplicano nelle famiglie, anche dopo molti anni di convivenza coniugale».
«Tutti possiamo notare – continua monsignor Ruzza – come la concezione culturale odierna della vita di coppia stia progressivamente allontanandosi dal modello cristiano di famiglia. Al tempo stesso le famiglie costituite vivono, in moltissimi casi, situazioni di difficoltà e di tensione, che spesso degenerano in procedimenti separativi, con la conseguente sofferenza dei figli. Credo sia urgente, pertanto, porre estrema attenzione alla criticità in atto e cercare opportuni rimedi pastorali da offrire al nostro popolo».
A partire dal presente anno pastorale i percorsi di formazione al Sacramento del matrimonio offerti nella nostra Diocesi si svolgeranno nelle due zone pastorali di Civitavecchia e Tarquinia in un’unica sede che verrà stabilita di comune accordo tra i parroci e saranno proposti in due “moduli” nel corso di ogni singolo anno pastorale: uno nel periodo autunnale, l’altro nel periodo invernale. Avranno la durata di 12 incontri, secondo una programmazione elaborata dall’équipe diocesana per la pastorale familiare.
«I parroci sono invitati ad essere presenti – almeno parzialmente – agli incontri proposti, che saranno condotti da un’équipe guidata dal coordinatore della zona pastorale».
«Viene, inoltre, raccomandato ai nubendi di organizzare la preparazione al Sacramento un anno prima della data fissata per la celebrazione nuziale, in modo da assicurare al parroco di riferimento – una volta terminato il percorso di formazione svolto presso il centro indicato dalla zona pastorale – un tempo congruo da dedicare al discernimento mentre viene condotta l’istruttoria matrimoniale». Una fase della che il vescovo raccomanda di valorizzare come «carattere di “scrutinio” in vista della validità del Sacramento» «È opportuno – conclude il vescovo – che i candidati al sacramento del matrimonio siano presentati all’assemblea dei fedeli riunita per la celebrazione eucaristica domenicale, allo scopo di creare l’opportunità di una vera integrazione nella comunità parrocchiale».
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