«Preparare i giovani agli urti della vita». Don Tony Drazza commenta la ricerca svolta con i giovani

L'assistente nazionale di Azione cattolica approfondisce i temi emersi dal questionario con gli studenti

«Una ricerca fatta con i giovani e non sui giovani, per innescare circuiti buoni di socializzazione». Così don Tony Drazza, assistente nazionale giovani di Azione cattolica, ha definito l’indagine sul mondo giovanile promossa dalla Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia in occasione del Sinodo dei vescovi che si è celebrato lo scorso anno e dedicato alle nuove generazioni.
Si tratta di un sondaggio al quale sono stati sottoposti oltre 1500 studenti di tutti gli istituti superiori presenti in diocesi e somministrato con la collaborazione dei docenti di religione. Un questionario con ventotto domande su tre ambiti in particolare: gli aspetti socio-culturali, il rapporto con la religione e un approfondimento sull’uso dei social network.
I risultati preliminari della ricerca sono stati presentati lo scorso 9 febbraio da don Drazza al Consiglio pastorale diocesano. Il sacerdote, che sta curando la pubblicazione dell’indagine, ne ha sottolineato gli aspetti più salienti alla luce del documento finale del Sinodo e della recente Giornata mondiale della gioventù che si è svolta a Panama.
È stato il vescovo Luigi Marrucci a introdurre l’incontro evidenziando come «il primo e fondamentale livello della sinodalità si realizza nelle Chiese locali con l’ascolto dei fedeli laici». In questa luce, secondo il presule, è da intendersi sia l’opera del consiglio pastorale che la ricerca che ha coinvolto i giovani. «È necessario – ha detto Marrucci – il nostro camminare insieme, ponendoci in ascolto reciproco».
«Il Sinodo – ha detto Drazza – è un percorso che la Chiesa utilizza per riflettere insieme e capire dove stiamo andando». Su questa linea, ha poi spiegato, «la ricerca promossa con i giovani è un modo per comprendere se e come la nostra azione pastorale porti frutti». «Complessivamente – ha spiegato – i risultati sono positivi, tanti giovani continuano a fidarsi di noi. Deve però cambiare il nostro approccio pastorale e riscoprire il valore biblico del piccolo gregge».
Dalla ricerca emerge come tra gli studenti, in un’età compresa tra i 14 e i 19 anni, manca la fiducia nel futuro e c’è la preoccupazione di trovare un’occupazione stabile. «Il lavoro è quello che secondo loro riempie di senso la giornata degli adulti», ha spiegato il relatore aggiungendo come «c’è l’angoscia di non riuscire a trovare un impiego». Per la Chiesa è quindi giusto impegnarsi in questo ambito: «evangelizzare il tempo della ricerca del lavoro e riempire di senso le scelte lavorative».
I ragazzi si sentono inoltre emarginati «perché tenuti fuori dalle logiche di decisione sia in famiglia che nella vita pubblica».
La pratica religiosa – Messa domenicale, catechismo e i diversi momenti della parrocchia – è sempre più vista come «cosa da bambini», mentre risulta incomprensibile il linguaggio che viene proposto. Chiedono alla Chiesa più attenzione ai problemi sociali, «un tema – ha detto Drazza – che può aiutarci a fare del bene».
I social network sono «luoghi privati» e «occasione per fare amicizie», ne nascono relazioni poco impegnative e superficiali.
«Emerge – ha detto il sacerdote – che i giovani sono preparati culturalmente, hanno molti interessi ma rispetto alle generazioni precedenti sono meno pronti a reggere gli urti della vita».
 
I risultati

Sono stati 1565 gli studenti di 240 classi delle scuole superiori presenti in diocesi a partecipare alla ricerca rispondendo al questionario con 25 domande sugli aspetti socio-culturali, la spiritualità, l’amicizia, la partecipazione alla vita politica e la fede.
I giovani – 61% maschi – si ritengono tendenzialmente ottimisti e capaci di relazionarsi. Tra le priorità per il loro futuro indicano il lavoro (81%), la famiglia (65%), i figli (54%). Le istituzioni che ispirano più fiducia sono gli ospedali e gli enti di ricerca, la Chiesa e lo Stato sono indicati agli ultimi posti.
Indicano in genitori, negli amici, insegnanti e compagni di scuola le persone che più influiscono sulla loro crescita.
Il 44% si dichiara cattolico ma solo il 10% va a Messa ogni settimana. Fino a 12 anni erano il 57% quelli che andavano in chiesa ogni domenica. La Chiesa è apprezzata soprattutto per le attività caritative e per la presenza degli insegnanti di religione. Il 61% ritiene che la Chiesa debba impegnarsi maggiormente in iniziative sociali, il 54% alla sensibilizzazione per l’ambiente e la pace.
Il 40% dei giovani è “sempre connesso” a internet, il 55% si collega più volte al giorno. Un terzo degli intervistati trascorre più di tre ore al giorno sui social network, un altro 42% da una a tre ore.
La metà dei ragazzi indica i social network come un passatempo, per il 26% un’opportunità per esprimere la propria opinione, per il 16% un’occasione per cercare lavoro.