“Il canto nella preghiera eucaristica” è il titolo del convegno diocesano sulla liturgia in programma il prossimo 25 febbraio, alle ore 16, presso la Cattedrale di Civitavecchia. L’incontro è rivolto a tutti gli operatori della pastorale liturgica; alle corali, gli organisti, i lettori e gli accoliti istituiti e di fatto; ai ministri straordinari della comunione e ai movimenti e gruppi ecclesiali. «Un momento comunitario – scrive il vescovo Luigi Marrucci nella lettera di invito – per tutti gli operatori liturgico-pastorali che, nelle varie realtà ecclesiali, sono addetti alla liturgia e alla pastorale ad essa attinente». Dopo i saluti di monsignor Cono Firringa, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, l’incontro vedrà la relazione di monsignor Giuseppe Liberto, maestro emerito della “Cappella Musicale Sistina”, la più antica “Schola cantorum” che si conosca. Alle 18 l’incontro terminerà con la celebrazione eucaristica che verrà animata dalle Corali della Diocesi. «Vi attendo numerosi, – scrive monsignor Marrucci – sapendo che la formazione permanente degli operatori pastorali è nutrimento spirituale più che apprendimento di nozioni, è mettere a servizio di Dio e della Chiesa la propria vita che è “essere in Cristo” più che “fare nella comunità”». Si tratta del quarto incontro di un ciclo di studi sulla liturgia, tutti guidati da monsignor Liberto. Nel primo, il febbraio del 2014, con il titolo “Dal Mistero ai ministeri”, sono stati approfonditi i documenti del Magistero sulla Liturgia. Il secondo laboratorio del novembre 2014, “Il canto nella celebrazione eucaristica”, ha visto il maestro emerito della Sistina affrontare alcune delle “costanti e varianti” del canto nella celebrazione eucaristica: le tre processioni con canti di ingresso, presentazione dei doni-offertorio, comunione; e le tre litanie: Kyrie, oratio fidelium, Agnus Dei. L’ultimo incontro, il 7 maggio del 2015, è proseguito con il tema del canto nella celebrazione eucaristica nelle sue varianti del Gloria, Credo, Santo e Acclamazioni. «Dopo la pausa dell’anno giubilare – scrive monsignor Marrucci -, riprendiamo il cammino di approfondimento del canto nella liturgia, perché le nostre celebrazioni siano sempre più conformi a quanto la Chiesa ci suggerisce, uscendo dal particolarismo dei nostri gusti e dei nostri capricci musicali».