Ai miei fratelli
nel sacerdozio ministeriale e battesimale
della Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia
Cari amici,
ho atteso l’apertura del Giubileo della Misericordia da parte del Santo Padre il giorno 8 dicembre e, successivamente, l’apertura della “porta santa” della Chiesa Cattedrale prima di inviarvi il tradizionale saluto natalizio.
Desidero aiutarvi a comprendere perché il Santo Padre ha voluto questo Anno Santo della Misericordia, che cosa è il Giubileo a cui è unita l’Indulgenza, come e dove si celebra.
1. Perché un anno santo della Misericordia?
Papa Francesco, nella catechesi dell’udienza settimanale di mercoledì 8 dicembre lo ha spiegato: «La Chiesa ha bisogno di questo momento straordinario. Non dico: è buono per la Chiesa questo momento straordinario. Dico: la Chiesa ha bisogno di questo momento straordinario. Nella nostra epoca di profondi cambiamenti, la Chiesa è chiamata ad offrire il suo contributo peculiare, rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. E il Giubileo è un tempo favorevole per tutti noi, perché contemplando la Divina Misericordia, che supera ogni limite umano e risplende sull’oscurità del peccato, possiamo diventare testimoni più convinti ed efficaci.
Volgere lo sguardo a Dio, Padre misericordioso, e ai fratelli bisognosi di misericordia, significa puntare l’attenzione sul contenuto essenziale del Vangelo: Gesù, la Misericordia fatta carne, che rende visibile ai nostri occhi il grande mistero dell’Amore trinitario di Dio. Celebrare un Giubileo della Misericordia equivale a mettere di nuovo al centro della nostra vita personale e delle nostre comunità lo specifico della fede cristiana, cioè Gesù Cristo, il Dio misericordioso».
Un anno quindi per vivere la Misericordia, per sperimentare il perdono di Dio nella nostra esistenza e, trasformati, resi nuovi dal perdono divino, diventare strumenti di misericordia e di riconciliazione con tutti, ad iniziare dalle persone più vicine e familiari, per estendere poi a tutti il perdono.
2. Che cosa è il Giubileo e l’Indulgenza?
Sono sempre le parole di Papa Francesco:
«Il Giubileo è un momento privilegiato perché i cristiani – che formano la comunità di Gesù Cristo – imparino a scegliere unicamente “ciò che a Dio piace di più”. E, che cosa è che “a Dio piace di più”? Perdonare i suoi figli, aver misericordia di loro, affinché anch’essi possano a loro volta perdonare i fratelli, risplendendo come fiaccole della misericordia di Dio nel mondo».
Nell’Antico Testamento, il Giubileo era un tempo di remissione di debiti, di condono, di verifica per il popolo d’Israele nella prospettiva della riconciliazione e della giustizia sociale e si celebrava ogni cinquant’anni.
Dopo la venuta di Gesù – quindi nel tempo della Chiesa – il Giubileo è riferito a lui, Figlio di Dio, volto misericordioso del Padre invisibile.
Così il Giubileo della Misericordia fa riferimento alla missione di Gesù e ai suoi doni di salvezza.
Il peccato, che aveva allontanato l’uomo da Dio, è annullato dalla morte redentrice di Gesù e ogni colpa, debitamente confessata con sincero pentimento, è totalmente rimessa: siamo cioè salvi dalla pena eterna. Il sacramento della Confessione infatti ci rimette la pena eterna, ci riapre le porte del Paradiso.
Tuttavia rimane in noi l’impronta negativa che i peccati lasciano nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri. Abbiamo tuttavia bisogno di riparare le cosiddette “reliquie del peccato”, le ferite che rimangono in noi e che comunemente chiamiamo “pena temporale”. E questa noi viviamo nel tempo della nostra esistenza, in molti modi: con la sofferenza, con il peso della vita quotidiana, con l’accettazione serena della malattia, con la morte e il tempo della purificazione nel Purgatorio, con la grazia che scaturisce dal Giubileo. In questo tempo di grazia, Dio Padre attraverso la Sposa di Cristo, che è la Chiesa, perdona il peccatore e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che a ricadere nel peccato.
Ed è il Papa, con la sua potestà di Pastore universale della Chiesa, a concedere in modo ordinario ogni venticinque anni, o in modo straordinario come il Giubileo attuale, i doni della salvezza meritati dalla Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo.
L’Indulgenza del Giubileo, oltre a noi stessi, si può applicare anche ai fedeli defunti: a loro siamo legati da vincoli di fede e di carità. Per questi legami celebriamo in loro suffragio l’Eucaristia, li affidiamo al Signore nella preghiera e preghiamo perché il volto misericordioso di Dio li liberi da ogni residuo di colpa e possano essere accolti nella beatitudine del Paradiso.
3. Come si celebra il Giubileo?
Incontrando il Signore nei Sacramenti della Confessione e della Eucaristia: una buona Confessione e la Celebrazione del Sacrificio di Gesù rinnovato nel sacramento dell’altare sono i due momenti essenziali.
A questi si aggiunge il passaggio della “porta santa” sia nelle quattro Basiliche romane – San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo, Santa Maria Maggiore – sia nella Chiesa diocesana, secondo le disposizioni di ogni pastore di quella Chiesa, che è il vescovo.
Per la nostra Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia unica “porta santa” è quella della Chiesa Cattedrale, che, attraversandola, diviene il segno forte e visibile del cammino personale di conversione.
A questo segno, si deve aggiungere la professione della fede con la recita del “Credo” e una preghiera per il Papa e per le intenzioni che porta nel cuore, per il bene della Chiesa e dell’umanità.
Occorre anche riflettere sul tema della misericordia e del perdono, quindi accompagnare la riflessione con l’impegno a riscoprire e a vivere le opere di misericordia corporali e spirituali.
L’esperienza della misericordia diviene visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato.
4. In diocesi dove si celebra il Giubileo?
Perché più persone possibili possano ricevere l’Indulgenza, il Santo Padre, pensando a coloro che non potranno attraversare una “porta santa” e in riferimento all’Indulgenza, ha esplicitato:
“Penso a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare. Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono” (Papa Francesco).
Pertanto: la Chiesa Cattedrale è “porta santa” e prima Chiesa giubilare e tale rimarrà fino alla chiusura domenica 13 novembre 2016.
Inoltre sono Chiese giubilari per tutta la durata dell’Anno Santo:
i due Santuari diocesani: la Madonna delle Grazie di Allumiere, patrona della diocesi e il Santuario della Madonna di Valverde, patrona della città di Tarquinia;
i due monasteri della Presentazione e di S. Lucia in Tarquinia;
i due Ospedali di Civitavecchia e di Tarquinia;
i due Istituti Penitenziari di Civitavecchia;
le quattro Case di Accoglienza dove è assicurata quotidianamente la Celebrazione Eucaristica:
la Casa delle Suore della Carità
la Casa S. Rita delle Suore Agostiniane serve del Signore per l’evangelizzazione
la Casa San Tarcisio delle Suore dei poveri di don Vincenzo Morinello
la Casa della diocesi “Marchesa Ferrari”
i centri di solidarietà: il Ponte, Mondo Nuovo, la Repubblica dei Ragazzi, AVAD e gli
Istituti S. Cecilia e Calamatta.
Sono Chiese giubilare per un solo giorno:
le ventisette Chiese Parrocchiali nel giorno della festa del titolare
le seguenti Chiese Rettorie
Santissima Concezione, per la memoria della Madonna della Pietà – 20 aprile
Chiesa della Stella, per la festa della Natività della B. V. Maria – 8 settembre
San Francesco, per il transito e la festa – 3 e 4 ottobre
le Case di cura Madonna del Rosario e Siligato e le altre Case di Accoglienza (Bellosguardo, Villa Santina, Villa Ilvana e Quinta stella), ogni qual volta viene celebrata l’Eucaristia.
Vi sono molte possibilità di come e dove vivere il Giubileo nel suo momento liturgico-rituale.
Ma se non c’è un cuore capace di accogliere e vivere il dono di Dio, la grazia del Giubileo non fruttifica e non trasforma la vita.
“La misericordia può contribuire all’edificazione di un mondo più umano e fraterno, specialmente in questo nostro tempo avaro di perdono e incapace di portare amore nella società, nelle istituzioni, nel lavoro, nelle relazioni umane.
Alla radice dell’oblio della misericordia, c’è sempre l’amor proprio. Nel mondo, questo prende la forma della ricerca esclusiva dei propri interessi, di piaceri e onori uniti al voler accumulare ricchezze, mentre nella vita dei cristiani si traveste spesso di ipocrisia e di mondanità. Tutte queste cose sono contrarie alla misericordia” (Papa Francesco)
Cari amici, il nucleo essenziale del cristianesimo è Gesù Cristo: occorre ripartire da lui, dalla sua esistenza concreta, dalla sua azione, dal suo insegnamento.
Ripartire da Gesù e dal suo stile di vita: sobrietà, preghiera, condivisione, perdono, attenzione ai deboli e ai malati, cura degli infermi e degli anziani.
Occorre ritornare a questo stile di Gesù per rendere fecondo il nostro apostolato di discepoli di Gesù; meno chiacchiere da salotto e più preghiera, come ci ha ricordato il recente Convegno ecclesiale di Firenze, più dialogo con il Signore, più contemplazione e trasfigurazione dell’esistenza, per rendere l’umano degno di quello che siamo e la vita di fede una esistenza orante.
“La preghiera liturgica e la preghiera personale sono l’anima della vita cristiana: la prima, con il suo ritmo quotidiano, settimanale, annuale, santifica il tempo e lo inserisce nel mistero redentore di Gesù Cristo; l’altra custodisce viva la memoria di Dio e fa sì che ogni atto, ogni respiro diventi offerta a lui” (Anna Maria Canopi).
A tutti l’augurio di un Santo Natale e un sereno e fruttuoso Anno Santo della Misericordia!
+ don Luigi, vescovo