Significative circostanze hanno permesso di collocare al termine del grande ciclo liturgico pasquale, la solennità del Corpus Domini. L’intuizione che una suora della Diocesi di Liegi ebbe nel 1246 è semplice ed ancora attuale: destinare un momento dell’anno alla rievocazione solenne del mistero del corpo e sangue di Cristo poiché esso è tanto grande ed inesauribile che il Giovedì Santo, pur in tutta la sua straordinaria ricchezza liturgica, quasi non basta a contenerlo e a farlo assaporare. Proprio da Liegi, terra segnata da un vivo culto eucaristico e dove già decenni prima la Beata Giuliana di Retine aveva avuto in visione da Dio la richiesta di destinare al Sacramento una festa annuale, venne l’arcidiacono Jacques Pantaleon, Papa Urbano IV (1261-1264) il cui pur breve pontificato fu segnato dal miracolo eucaristico di Bolsena: nell’estate del 1263 il sacerdote pellegrino Pietro da Praga, dubbioso sulla presenza di Cristo nelle specie consacrate, sosta per la Messa nella Chiesa di Santa Cristina a Bolsena. Al momento della frazione del pane, l’ostia diventa carne stillando sangue sul candido corporale e su alcune pietre dell’altare.