Nonostante il freddo e la pioggia che hanno investito in questi ultimi giorni anche i Monti della Tolfa, la sera di giovedì 18 dicembre, la chiesa parrocchiale dì Sant’Egidio era piena di giovani e gente comune accorsi per ascoltare la voce del nostro vescovo, nella cornice della Buonanotte, ormai un tradizionale appuntamento i cui ingredienti sono la preghiera, il dialogo e la meditazione. Dopo una breve spiegazione di un brano di san Paolo, riferito alla giustificazione (Gal. 2,17-21), monsignor Chenis si è soffermato sul significato del presepe, definendolo ‘antieffetto speciale’. Poi il presule, volendo coinvolgere i presenti, ha posto questa domanda: chi è riuscito ad arrivare alla grotta di Bethleem? Un pochino infreddoliti, i giovani, attenti e interessati al tema in discussione, hanno dato le loro risposte, completate poi dal commento teologico del vescovo. I pastori sono arrivati alla grotta, ha detto il vescovo, perché capaci di stupirsi e di intuire l’Essenziale, anche se sgrammaticati. I re magi arrivano da lontano alla grotta perché assetati della Verità, che poi si fa loro dono. Anche gli angeli sono lì, lodando e riconoscendo in quel bambino, il Figlio di Dio e ripetendo ‘gloria in excelsis Dei’ e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Ma non tutti sono riusciti ad arrivare alla grotta del Bambino appena nato, basta pensare a Erode e a tanti come lui, che hanno chiuso il cuore e la mente alla novità del grande evento ‘Dio sì e fatto carne, ed è venuto ad abitare in mezzi a noi’. E questo, perché la malizia e la ricchezza fanno di noi delle persone tristi, incapaci di comprendere e accogliere il Signore che viene. Chi non riesce a raggiungere la grotta di Gesù rischia di fare della vita un pellegrinaggio verso un nulla, invece chi riesce a raggiungerla fa della propria esistenza un pellegrinaggio verso un Tutto, che dà senso e significato, perché salva, e la salvezza è l’esperienza del cuore.
L’incontro si è concluso con lo scambio di auguri natalizi.
Giuliana Piermarocchi
