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Si conclude oggi, nella luce spirituale della conversione dell’apostolo Paolo che la liturgia ci fa rivivere, la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Per otto giorni abbiamo pregato ma, come sempre, questa occasione non può e non deve restare estemporanea, fine a se stessa e non può interrompersi la nostra supplica perché l’unità dei credenti in Cristo si avvicini e giunga a compimento. L’ecumenismo trova la strada principale di realizzazione proprio in questa preghiera condivisa, innalzata a Dio una voce, con la stessa assiduità e la stessa con-cordia, armonia dei cuori, che usarono i primi discepoli in attesa dello Spirito Santo attorno a Maria. E certo i giorni scorsi ci hanno ricordato quanto sia importante crescere nella nostra formazione ecumenica, nella conoscenza del cammino pastorale e teologico sin qui compiuto e nella consapevolezza che solo un impegno condiviso per il dialogo può aprire nuovi cammini di riconciliazione.