Giorni di festa per “Il Ponte-Centro di Solidarietà’


Giorni di festa per “Il Ponte-Centro di Solidarietà’ Onlus di Civitavecchia
 
Anche quest’anno abbiamo voluto celebrare con gioia la “vita ritrovata”.
Infatti, sono stati otto i ragazzi (tra i 19 e i 25 anni) che, lo scorso 30 maggio, hanno concluso il loro percorso terapeutico.
I ragazzi e le ragazze, rispettivamente sei appartenenti al Programma ‘Minori ed Adolescenti’ e due mamme del Programma ‘Coccinella’, accompagnati dai familiari, dagli operatori e volontari dell’Associazione, durante la Santa Messa, officiata dal Vescovo Carlo Chenis e concelebrata da Don Egidio Smacchia e Don Franco Fronti, hanno dato testimonianza del loro percorso in comunità.
Attraverso le parole del Vescovo e dei ragazzi abbiamo ancora una volta sperimentato che la Persona è realtà unica, piccola, ma infinitamente grande e che negarne, soffocarne la Sacralità significa negare una parte dell’esistenza stessa.
Tante le storie, le emozioni e la felicità condivise.
Ragazze e ragazzi giovanissimi, donne con i propri bambini, arrivati da noi fisicamente e psicologicamente lacerati da esperienze di abusi e privazione, a volte incapaci di immaginare un fine, pensare, programmare, raggiungere obiettivi  che tornano lentamente e faticosamente a  ‘respirare’.
Hanno percorso una lunga strada alla ricerca di consapevolezza, senso, riconoscimento di nuove potenzialità attivando tutte le proprie energie e speranze verso un esito finale di fiducia e sicurezza di sé.
Ora sono pronti di nuovo a ‘camminare’ con le proprie gambe!
Hanno fatto e realizzato progetti: si sono diplomati, laureati, hanno trovato un lavoro, si sono innamorati, hanno imparato ad accudire i propri figli, a ricostruire una famiglia, un futuro di normalità e serenità!
Gran parte di loro, quale segno di gratitudine nei confronti di chi un tempo li ha accolti e di nuova e più profonda consapevolezza continuano a frequentare il Centro come volontari mettendosi a disposizione di quanti quotidianamente arrivano in cerca di un sostegno.
Per tutti noi, operatori e volontari, esserci in questi momenti è un incoraggiamento nel continuare a credere che sostenere la Persona di fronte a nuove sfide, nonostante le difficoltà, i fallimenti ed i cambiamenti che inevitabilmente sono presenti in ogni ‘viaggio’, vuol dire sostenere anche noi stessi.
 
Una volontaria