Già e non ancora: è già 2012

Brevi riflessioni sull'escatologia cristiana


di Tiziano Torresi
 
Nelle sale cinematografiche esce in questi giorni 2012, pellicola catastrofica e stracarica di effetti speciali che descrive ‘ soggetto davvero poco originale ‘ la fine del mondo che ci attenderebbe di qui a tre anni. In televisione possiamo assistere a dettagliati approfondimenti sulla profezia maya che avrebbe scrupolosamente calcolato e previsto la conclusione della vita della Terra. In Chiesa, in questi stessi giorni di fine anno liturgico, ascoltiamo però tutta un’altra storia.
I discepoli di Gesù non conoscevano né la dottrina maya né andavano al cinema eppure non erano meno preoccupati, circa il futuro, degli ingenui nostri contemporanei. Volevano capire da quel nazareno mite e affascinante cosa li avrebbe aspettati, se le promesse che egli faceva si sarebbero adempiute e divenute realtà a breve, se il Regno di Dio annunciato in parole e coi miracoli si sarebbe compiuto nell’imminente. Dubbi, domande, preoccupazioni su una collina di Gerusalemme, in attesa di una data precisa per prepararsi alla fine del mondo e magari alla rivoluzione contro il potere di Roma. Ma Gesù, al solito, stupisce.