Addio Aldo, decano dei giornalisti


di FABIO MARUCCI
È morto Aldo Scussel, figura storica del giornalismo civitavecchiese e personaggio di grande carisma, legatissimo al mondo militare. Si è spento domenica sera all’età di 94 anni, dopo un periodo di malattia che lo ha costretto ad allontanarsi dalle sue grandi passioni. Per quarantotto anni è stato presidente dell’Associazione Stampa, per altrettanti anni alla guida dell’Associazione Combattenti e Reduci di Guerra. Apprezzato tra le istituzioni, sempre in prima fila in occasione di cerimonie e commemorazioni, Scussel ha rappresentato un luminoso esempio non soltanto per gli operatori dell’informazione: proverbiali i suoi motti e i suoi discorsi sul valore dell’amicizia, quando questa è disinteressata. Protagonista a Civitavecchia durante il bombardamento del 1943, dove ha contribuito fattivamente all’organizzazione della macchina dei soccorsi. Durante la guerra ha anche ricoperto la carica di segretario principale comunale per le opere di assistenza, arrivando, con un suo intervento, a salvare dalla fucilazione sei civitavecchiesi sorpresi a rubare viveri dai tedeschi. Lontano dalla politica per scelta di vita: «Sono per la compattezza – spiegava – la politica tra le sue prerogative ha la divisione». Aldo Scussel se n’è andato in punta di piedi, continuando a seguire fino all’ultimo le vicende della sua Civitavecchia. Ogni mattina sfogliava i giornali, commentando spesso le notizie con un laconico «ai miei tempi era un’altra cosa». Lo ha fatto fino a giovedì della scorsa settimana, fino a quando un ictus non lo ha colpito, strappandolo in pochi giorni ai suoi affetti più cari. Con lui se ne va un pezzo di storia della città, tra i pochi testimoni del pianto della regina Elena, nel pomeriggio del 15 maggio 1943 sulla terrazza Marconi, davanti alle macerie prodotte dal bombardamento. L’ultimo articolo lo ha scritto il 1° agosto 2007, in ricordo del tenente generale Ingianni. In molti martedì mattina nella Cattedrale ‘San Francesco D’Assisi” hanno voluto dare l’ultimo saluto ad Aldo C’erano i rappresentanti delle forze armate, alle quali lui ha sempre dimostrato amicizia, c’erano i giornalisti che in lui per anni hanno visto un luminoso esempio da seguire. E poi le autorità, molti amici e persone che di lui semplicemente hanno solo sentito parlare. Un dolore composto quello dei suoi familiari, in prima fila durante la messa e la benedizione della salma. Prima che il feretro si allontanasse definitivamente per raggiungere il cimitero vecchio, le note del silenzio hanno riecheggiato nella chiesa, in ricordo di una melodia che Scussel preferiva alle altre durante le cerimonie commemorative alle quali ha sempre partecipato con orgoglio. Infine l’abbraccio commosso della gente ai parenti, a testimoniare un legame che nessuna morte potrà spezzare.