In queste domeniche di Quaresima vorrei proporre alcune brevi riflessioni sul senso liturgico della Veglia Pasquale. La ricchezza dei riti e l’importanza di tale celebrazione rendono impossibile una trattazione esauriente ed approfondita raccolta in poche righe. Il mistero stesso che essa celebra è di tale sconfinata grandezza che non si lascia certo imprigionare nello spazio angusto di una sommaria descrizione. Mi affiderò pertanto ad alcune suggestioni cercando di mettere in luce il significato dei momenti fondamentali di questa santa Liturgia pasquale. Oggi suggerisco alcune chiavi di lettura che ci aiutino a comprendere meglio il messaggio che prorompe nella notte pasquale. Nelle prossime domeniche tratterò singolarmente i quattro momenti della Veglia, la liturgia della Luce, della Parola, del Battesimo e dell’Eucaristia.
Un viaggio non ha senso se è privo di meta. La meta dell’itinerario quaresimale è la Veglia Pasquale: non si vive la Quaresima se non si hanno gli occhi e il cuore rivolti alla celebrazione della Pasqua. Vertice di questi quaranta giorni, la Veglia Pasquale è anche il culmine del Triduo Santo di Cristo crocifisso, sepolto e risorto in cui «è presente e si compie il mistero della Pasqua, cioè il passaggio del Signore da questo mondo al Padre. Con la celebrazione di questo mistero la Chiesa, attraverso i segni liturgici e sacramentali, si associa in intima comunione con Cristo suo sposo». Inoltre la Veglia Pasquale è la più importante, ricca e lunga celebrazione dell’anno liturgico, in cui la santa Chiesa rende presente il grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte; da essa scaturiscono tutti i giorni santi. Non si comprende allora la ricchezza della Veglia vivendola come celebrazione isolata e momentanea. Verso essa si cammina nel tempo liturgico annuale e da essa si riprende il percorso nel ritmo dei giorni, rinnovati nell’esistenza dall’incontro col Risorto. La straordinaria forza espressiva e l’incomparabile valore spirituale dei riti che si celebrano nella Notte di Pasqua segnano infatti l’intero cammino di vita del credente.