Migliaia di fedeli hanno partecipato alla tradizionale processione tarquiniese nel giorno di Pasqua. L’edizione 2010 segnata da tre drammatici eventi: il tragico incidente del giovane Kevin Bicchierini, la perdita del vescovo Chenis e l’operaio morto nel cantiere Enel.
di MATTEO MARINARO
Non è stato sufficiente il freddo pungente e le condizioni meteo avverse a far desistere i tanti fedeli dal partecipare con devozione alla tradizionale Processione del Cristo Risorto a Tarquinia. Come ogni anno nel giorno di Pasqua, alcune migliaia di fedeli si sono riversati nelle strade e nelle piazze per poter applaudire e pregare la meravigliosa statua di Gesù che corre splendente e benedicente nella gloria della sua Resurrezione. Una processione emozionante che i tarquiniesi attendono con trepidazione per tutto l’anno. Ma questa edizione 2010 però è stata caratterizzata da un terribile dramma che ha colpito la cittadina etrusca il giorno di sabato santo. Il giovane operaio tarquiniese Sergio Capitani ha perso la vita in un terribile incidente sul lavoro presso la centrale di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia. Una disgrazia che si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno sull’intera diocesi già sconvolta per altre due tragiche morti, quella del vescovo monsignor Carlo Chenis che per tre mesi ha combattuto contro un tremendo male, e un altro incidente stradale che ha stroncato la vita al giovane Kevin Bicchierini (la processione era a loro dedicata). Pur nel dolore Tarquinia ha reagito pregando, e come ogni anno i 10 tronchi e la statua portata a spalla dai membri dell’Associazione Fratelli del Cristo Risorto hanno sfilato per il centro storico fra gli scoppi esplosi in aria dagli sparatori. Presente per l’occasione oltre alla giunta municipale al completo anche l’Amministratore Apostolico della diocesi monsignor Gino Reali che in queste ultime settimane ha dimostrato di avere a cuore il popolo che gli è stato affidato.
Tra le novità dell’edizione di quest’anno quella riguardante le armi utilizzate dagli sparatori che sono stati coordinati dal neoeletto responsabile Antonio Mancini. Lo scorso anno infatti si verificò un piccolo incidente accaduto ad una bambina che fu colpita ad un occhio dai coriandoli sparati dai fucili. Le armi da caccia utilizzate negli anni passati sono state disattivate con regolare certificazione di tecnico abilitato e sono quindi state rese utilizzabili solo per lo sparo di cartucce inerti contenenti coriandoli.
La ”corsa” come ogni anno è partita alle 18 dalla chiesa di San Giuseppe che ha salutato il Risorto con il suono gioioso delle campane a festa. I tronchi hanno quindi percorso via dello Statuto e proseguito fino davanti all’ospedale. Dopo aver attraversato corso Vittorio Emanuele la statua ha raggiunto piazza Matteotti dove la statua del Risorto si è voltata in direzione mare per impartire la tradizionale benedizione a mare. La processione ha ripreso il proprio cammino lungo via di Porta Tarquinia, poi di nuovo via dello Statuto per concludere la sua sfilata presso la chiesa di San Giuseppe, dove la statua resterà esposta accanto all’altare fino alla festa dell’Ascensione.