La lettera pastorale di Avvento e Natale del vescovo Luigi Marrucci: il 2015 proclamato «Anno mariano»

Per il 2015 proclamato l’«Anno mariano» nella diocesi

Ai miei fratelli 
nel sacerdozio ministeriale e battesimale
della Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia
 
 
Cari amici,
lo scorso anno, a conclusione dell’Anno della Fede ho dato inizio alla Visita Pastorale, incontro del Vescovo con tutte le comunità che formano la Chiesa particolare che vive in Civitavecchia-Tarquinia. La conclusione avverrà il 20 giugno 2017 nel duecentotrentacinquesimo anniversario della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, madre di tutti i cristiani e dei luoghi sacri dell’intero territorio.
I due anni che ci separano da quell’evento, d’intesa con l’intero presbiterio, desidererei fossero particolarmente valorizzati come Anno dedicato a Maria il 2015 e il successivo 2016 come Anno dell’Eucaristia, in concomitanza con la celebrazione del Congresso Eucaristico nazionale.
E’ vero che ogni giorno la Vergine Santa ci accompagna all’incontro con Gesù, ma la celebrazione che vorremmo proporre a tutta la nostra Chiesa particolare è una “missione in uscita” cioè andare oltre la Parrocchia, il movimento, l’associazione, il gruppo ecclesiale di appartenenza, per incontrare quanti si sono posti al margine della Chiesa o non hanno mai incontrato Gesù Cristo. Vuole essere un anno particolare in cui siamo chiamati a svolgere con più impegno l’ordinarietà della pastorale valorizzando quelle dinamiche che per molti aspetti vengono tralasciate o che richiedono più inventiva perché si tratta di uscire dai luoghi abituali in cui si svolge la catechesi per incontrare il più possibile persone, famiglie, realtà sociali – le cosiddette periferie esistenziali – secondo le indicazioni dell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco.
E’ un tempo di grazia che il Signore ci offre per “passare da una pastorale di semplice conservazione ad una pastorale decisamente missionaria” e rendere la Parrocchia una “presenza ecclesiale nel territorio e comunità di comunità” in permanente stato di missione, anziché considerarla “distributrice di sacramenti” che, senza una evangelizzazione, non hanno radici per portare frutto. E’ occasione di grazia perché ogni battezzato prenda coscienza di essere un “nuovo protagonista” dentro la comunità in modo da rendere visibile la propria fede, segno luminoso che narri la bellezza e la presenza di Gesù, Figlio di Dio, Amore e Misericordia.
“Nella pietà popolare si può cogliere la modalità in cui la fede ricevuta si è incarnata in una cultura e continua a trasmettersi” afferma Papa Francesco (EG 123) e il Papa emerito Benedetto XVI definisce la pietà popolare un “prezioso tesoro della Chiesa Cattolica” (Discorso all’Episcopato latino-americano e dei Caraibi 13.05.2007).
“Il Culto a Maria è intrinseco al culto cristiano, è voluto da Dio perché in Lei operò grandi cose, l’amò per sé e per noi, l’ha donata a sé e a noi” ci ricorda il beato Paolo VI nell’esortazione apostolica Marialis Cultus, 56.
Fidarsi di Dio, in alcune circostanze, richiede grande coraggio. Ci vuole un supplemento di fiducia e questa si chiama fede.
Abbiamo bisogno di consolidare la nostra fede con una vita interiore e una pratica evangelica veramente vissute. In mezzo al popolo di Dio riscontro tanta generosità ma percepisco anche stanchezza, dovuta spesso alla poca testimonianza di chi è cristiano e ama farsi notare, fregiarsi di titoli più che vivere l’essere figlio di Dio e fratello di tutti. C’è entusiasmo, disponibilità, voglia di fare in tante comunità, ma si avvertono esitazioni riguardo alla scarsa conoscenza della Parola di Dio e dei contenuti della fede, spesso annacquati dalle proprie idee acquisite da pseudo veggenti che nulla hanno da comunicare ma profittano soltanto della semplicità di alcuni fedeli.
Siamo chiamati a fare un grande sforzo per irrobustire l’esperienza di Dio, la conoscenza della Parola e la vita ecclesiale. L’Anno Mariano è occasione di grazia per rivisitare il nostro vissuto e illuminarlo dalla presenza di Maria, Madre della Chiesa e lasciarci accompagnare da Lei per incontrare il Signore della vita.
Ai miei sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai diaconi, alle consacrate e a quanti hanno responsabilità formative e pastorali desidero ripetere: non fermiamoci al funzionamento organizzativo della comunità e dei gruppi; recuperiamo il nostro compito di maestri e di pedagoghi, di guide, di testimoni in spirito di paternità/maternità spirituale; dedichiamo tempo all’accompagnamento personale, all’ascolto, alla formazione. Altrimenti l’alternativa è quella di non riuscire più a proporre nulla, perché il Vangelo non trova contenuto di vita, se la pratica religiosa non diventa esperienza spirituale. La nostra buona volontà e le devozioni servono solo ad alimentare il sentimento religioso o a favorire animazione e aggregazione sociale. Tutte cose buone, ma questa non è la fede.
L’Anno Mariano si apre il 25 marzo solennità dell’Annunciazione del Signore.
Quel giorno in tutte le Parrocchie si riuniscano le religiose, le associazioni, i movimenti e i gruppi ecclesiali che a quella comunità appartengono e in forma solenne si dia inizio a questa esperienza di vita di fede, che successivamente si articolerà con catechesi, modalità di celebrazioni e gesti concreti di solidarietà.
La conclusione è indicata nella solennità dell’Immacolata Concezione, la cui Eucaristia vigiliare lunedì 7 dicembre 2015 sarà concelebrata con tutto il presbiterio diocesano e con i fedeli che vorranno raggiungere la Chiesa Cattedrale. In questa occasione nessun’altra Eucaristia sarà celebrata in diocesi.
Tutte le comunità sono poi invitate a valorizzare le feste mariane che nel corso dell’anno liturgico sono indicate, insieme ai due mesi mariani: maggio e ottobre.
L’indicazione pastorale è triplice: impostare una catechesi che sia approfondimento della propria fede e per molti fratelli e sorelle costituisca il primo annuncio della fede;
celebrazione del culto alla Vergine Maria che ha la sua espressione più alta nell’Eucaristia e nella preghiera del Rosario “compendio di tutto il Vangelo” (MC 42);
unire sempre gesti concreti di carità nei quali la fede diviene operosa e mediante i quali si rivela la verità dell’incontro con il Signore e la Vergine Santa.
La Parrocchia inoltre è invitata a scegliere una settimana, possibilmente quella in cui si venera il titolo della propria Madonna e vivere quei giorni con particolare intensità, come una “missione mariana”, programmando liberamente e con audacia iniziative di catechesi, di celebrazioni, sempre accompagnate da gesti di carità. Se la Parrocchia lo programma, in quella settimana l’Immagine della Vergine potrebbe essere “pellegrina nella comunità ” sostando presso alcune famiglie o in particolari luoghi della stessa comunità.
La settimana potrebbe essere utilizzata per una catechesi particolareggiata alle famiglie, studiando il modo di raggiungerle e di interessarle, pensando anche alle giovani coppie di sposi e a quei coniugi che vivono la sofferenza della separazione o del divorzio.
L’icona che guida questa attenzione alla famiglia, potrebbe essere “Maria in visita ad Elisabetta”: s’incontrano due famiglie, in particolare due mamme, con due figli, Gesù e Giovanni. In Giovanni ciascuno di noi può vedere sé stesso, esultante all’incontro con il Figlio di Dio.
Dal 15 al 17 giugno 2015 la Diocesi organizza un pellegrinaggio a Torino; vuole essere segno di una Chiesa che cammina insieme come discepola alla scuola dell’unico Maestro Gesù Cristo.
La scelta di Torino ha più motivazioni:

l’ostensione straordinaria della Santa Sindone da Pasqua al 24 giugno;la visita ad alcuni luoghi legati alla vita di San Giovanni Bosco nel bicenteneraio della sua nascita: a Civitavecchia dal 1928 i salesiani operano pastoralmente nella Parrocchia della Sacra Famiglia e le Figlie di Maria Ausiliatrice, dal 1898 offrono le basi di una formazione alla vita con la scuola materna ed elementare;la visita alla Basilica Santuario della Consolata, la protettrice di Torino le cui origini risalgono a San Massimo, vescovo della città sulla fine del IV secolo.

Infine dal sabato 14 novembre 2015 fino alla domenica 22 sarà presente, prima nel Duomo di Tarquinia poi nella Cattedrale a Civitavecchia, il quadro della Madonna del Rosario di Pompei a cui tutte le Parrocchie, associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali saranno pellegrini con un calendario che verrà fatto conoscere per tempo.
Ringrazio il Signore per i molteplici segni di bene che si susseguono nella nostra Chiesa diocesana, per le numerose testimonianze di fede e di carità che ammiro in tanti fratelli e sorelle. Esorto a vivere nella corresponsabilità e nell’unità queste indicazioni pastorali per essere costruttori di Chiesa, assemblea che nasce e vive nella comunione.
Ignazio Silone, scampato dal terremoto della Marsica nel 1915 incontra don Luigi Orione, con il quale si ritrova varie volte, soprattutto nei momenti più bui e difficili della vita. Nella sua opera “Uscita di sicurezza” riporta, in un intero capitolo, il dialogo con questo santo sacerdote.
Verso la fine della sua esistenza, questo intellettuale e politico racconta: “Mi restano dentro tanti dubbi; non riesco a credere. Non so se esiste l’aldilà e che cosa ci attenda dopo la morte. Di una cosa però sono certo: se c’è il paradiso, ad aspettarmi sulla porta, il giorno della mia morte, troverò sicuramente lui, don Orione”.
Cari amici, vale per ciascuno di noi, sacerdoti e fedeli; ognuno si accosta al fratello per scoprirvi il volto di Dio, ma anche i fratelli guardano a noi per essere attratti a Lui. Ci è di esempio Maria Santissima con la sua vita umile, silenziosa, ricca di attenzioni, alla quale affidiamo la nostra Chiesa particolare e Le chiediamo di esserci “madre e sorella” nel nostro pellegrinaggio terreno.
Per sua intercessione, il Signore ci custodisca e ci benedica.
 
 
+ don Luigi, vescovo
 
Civitavecchia, 23 novembre 2014 – solennità di Gesù Cristo, Re dell’universo