Si sono svolte a Tarquinia le due giornate 10-11 aprile 2010 dedicate ad un ritiro spirituale. I ragazzi ospitati nel convento di clausura delle suore Benedettine hanno preso parte ad attività incentrate sul riconoscimento, la bellezza e il legame tra ognuno dei membri di un gruppo come il loro e quanto l´insieme possa significare un riferimento a cui serve stabilità per considerarsi un punto fisso come una stella polare. Stabilità intesa nella serietà e nella voglia di formare un gruppo di persone pronte ad aiutare gli altri, a perdonare, ad amare e a far del bene. Nella prima giornata infatti, i giovani hanno formato insieme un simbolo: ognuno aveva un pezzo di corda e legava la sua parte con quella di un’altra avendo come risultato una linea continua e unita. Una volta formata la corda si è posta al centro una candela. I pezzi di corda raffiguravano un gruppo che per unirsi ha bisogno di azioni, di tolleranza e aiuto reciproco per risultare una comunità dedita al Signore. Grazie all´aiuto dell´assistente Diocesano dell´Azione Cattolica don Vincenzo Dainotti, i ragazzi sono stati trasportati nel brano del Vangelo dalla parabola del Figliol Prodigo, dove il tempo ha permesso la spiegazione di tutti i suoi significati esegetici applicati nella vita quotidiana. Prima della Santa Messa i giovani sono stati raggiunti dalla madre priora che ha descritto la vita del monastero e il culto Benedettino che la comunità vive, la regola ‘Ora et Labora’ e la vita del loro patrono San Benedetto. Le suore del monastero li hanno accolti con gioia e con un sorriso li hanno salutati alla loro partenza sperando di rivederli di nuovo, magari per un’altra giornata di spiritualità e immersi nell’ascolto della voce di Dio. Come sempre gli animatori Stefano Arciprete e Luca Accorsi hanno accompagnato i giovani in un’altra esperienza profonda di condivisione e fraternità nel gruppo.
Emanuele Arena