Con gli ultimi arrivi sono oltre 700 gli immigrati ospitati nella struttura di prima accoglienza a Civitavecchia
di Tiziano Torresi
«Scorsi nel rapido passaggio in fondo al mare relitti giacenti al suolo, alcuni già incrostati dai coralli, altri solo coperti da una patina di ruggine. Vidi parecchie navi andate a fondo con l’alberatura intatta e le manovre rese dure dall’acqua: parevano aver gettato l’ancora in un’immensa rada in attesa di ripartire. Mentre il Nautilus passava fra esse parevano salutarlo. E invece solo silenzio e morte su quel luogo di catastrofi. [‘] Quale storia tragica sarebbe quella dei fondali mediterranei, di quel grande ossario in cui tanti beni sono scomparsi e tante creature umane perite!». Così Jules Verne descrisse il macabro spettacolo serbato dai flutti del Mediterraneo che videro il Capitano Nemo e il suo ospite prof. Pierre Arronax: un cimitero di relitti delle guerre fratricide d’Europa. Un cimitero che oggi conosce nuovi morti, apparentemente senza nome, senza volto, senza storia, vittime dell’ultima guerra del Mare nostrum incapace di comprendere la propria Storia e di governarne le tempeste. L’emergenza profughi sta scrivendo un capitolo nuovo e doloroso della Storia e ha direttamente coinvolto anche la nostra terra, inquietando la nostra coscienza e interrogando la nostra fede e la nostra intelligenza.