Una bella e gioiosa giornata nella vigna del Signore. Questo è stato, secondo il vescovo Luigi Marrucci, la Festa delle Famiglie che si è svolta domenica scorsa nel Parco dell’Uliveto di Civitavecchia.
Più di mille persone, nell’arco della giornata, hanno partecipato alla seconda edizione della manifestazione promossa dall’Ufficio per la Pastorale della famiglia.
Un evento che ha visto protagonisti genitori e figli di più generazioni in giochi, laboratori culturali e spettacoli musicali e che, al mattino, si è aperto con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luigi Marrucci.
All’interno dell’anfiteatro del Parco, in una suggestiva cornice predisposta dall’organizzazione, l’incontro è stato introdotto dal saluto di don Enzo Policari, responsabile diocesano per la pastorale della famiglie, con la supplica alla Madonna di Pompei e la preghiera per il Sinodo straordinario sulla famiglia che, in concomitanza all’evento, veniva inaugurato a San Pietro.
Prendendo spunto dalle letture proposte nella liturgia, monsignor Marrucci nell’omelia ha tracciato un profilo della famiglia paragonandola alla vigna del Signore alla quale «siamo chiamati a lavorare per portare frutti buoni e abbondanti». Ricordando gli Orientamenti Pastorali della CEI per questo decennio, nei quali la famiglie è indicata come «la prima è indispensabile comunità educante», il Vescovo si è soffermato su tre aspetti del percorso educativo.
Anzitutto, ha detto, occorre «educarci alla fede» . Rivolgendosi ai genitori, ha sottolineato «voi siete i primi “oggetto” dell’attenzione della Chiesa che a voi affida il Vangelo affinché diventiate “soggetto” verso gli altri, a cominciare dai figli». Per il presule, «la famiglia va amata, sostenuta, resa protagonista attiva dell’educazione; non solo dei figli, ma dell’intera comunità». «La famiglia – ha continuato – in virtù del sacramento del matrimonio è “comunità aperta”, segno dell’amore di Dio che si prende cura di ogni suo figlio».
Un concetto con il quale ha introdotto il secondo aspetto della sua omelia: «educarci per crescere insieme». La ministerialità familiare conduce infatti gli sposi a diventare modelli di riferimento non solo per la propria famiglia, ma per tutte le famiglie, anche per quelle in difficoltà. «Gli sposi – ha ricordato il Vescovo – sono ministri di Dio creatore e educatori della comunità, nell’unità della coppia che vive il mistero della comunione. Un’unione che non è uniformità, ma la bellezza di due individualità che, pur nella differenza, trovano l’unità». Per questo una coppia è chiamata a crescere insieme anche nella gratuità «necessaria per l’accettazione dell’altro con cui tessere un rapporto di unità».
Terzo e ultimo aspetto, ha ricordato monsignor Marrucci, è «educarci allo via dello spezzare il pane, l’amore nella comunione». «Un amore questo – ha sottolineato – sempre fecondo, non soltanto perché è generativo, ma perché cresce sempre in quanto innestato nell’amore più grande, quello da cui l’amore umano trae nutrimento e sussistenza e che ognuno può trovare solo donando se stesso».
La Festa, dopo la celebrazione eucaristica, è proseguita con il “pranzo insieme”, le attività di animazione degli stand di associazioni e movimenti, i giochi. La conclusione, anch’essa nell’anfiteatro, affidata allo spettacolo del cantautore Daniele Ricci.
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Pubblicazione di Diocesi Civitavecchia-Tarquinia.