“Con San Paolo alle radici della fede”. Il pellegrinaggio diocesano in Grecia

Dal 1° al 7 luglio monsignor Marrucci ha guidato il pellegrinaggio diocesano in Grecia

Alle origini del cristianesimo percorrendo, ancora una volta, le orme di san Paolo, «l’evangelizzatore per eccellenza». Un cammino formativo a conclusione dell’anno pastorale «che ci ha aiutato a crescere nella fede». Così il vescovo Luigi Marrucci racconta il pellegrinaggio diocesano che si è svolto in Grecia dal 1° al 7 luglio scorso e che ha visto un gruppo di trenta partecipanti – sei sacerdoti, alcune religiose e le famiglie – meditare gli scritti paolini nei luoghi ove il santo ha fondato e visitato le prime comunità cristiane e in cui inizia la moderna Europa.
«Dopo il pellegrinaggio in Terra Santa, nel 2012, dallo scorso anno abbiamo intrapreso il cammino di Paolo, apostolo per eccellenza, che ci ha portati prima in Turchia e successivamente in Grecia», spiega monsignor Marrucci. «A far da filo conduttore – illustra il presule – sono state le cinque lettere che il santo ha scritto alle comunità presenti in quella terra: tessalonicesi, corinzi e filippesi». Dopo la presentazione della vita dell’apostolo, guidati dalle meditazioni del vescovo Marrucci, per ognuna delle lettera i pellegrini hanno potuto approfondire alcuni aspetti della letteratura paolina, dando una successione alle riflessioni nel corso delle celebrazioni eucaristica che si sono succedute nei sei giorni e riflettendo sui temi cari a san Paolo, quali l’unità della Chiesa e il primato della carità.
Il gruppo, dopo l’arrivo a Salonicco, ha potuto visitare le antiche Filippi e Kavala (chiamata anche Christopolis). Qui l’apostolo, giunto insieme a Sila, annunciò la parola a un gruppo di donne impegnate in un lavatoio, tra queste Lidia. Sarà lei la prima a convertirsi insieme alla famiglia. Da questo la sollecitazione di monsignor Marrucci «ad ascoltare e meditare la Parola con il cuore, così come ha fatto Lidia con i suoi famigliari».
Il viaggio è proseguito alla volta della Tessaglia con i pellegrini che, invitati a rinnovare le promesse battesimali sull’esempio dei primi cristiani convertiti da Paolo, sono stati chiamati a riflette «sulla fede come unica via di salvezza per ogni uomo». Perché, ha spiegato il Vescovo «il battesimo che abbiamo rivissuto da Lidia ci rende concittadini. Inoltre, oltre a farci figli, ci rende sposi e nella sponsalità ci chiama a generare altri figli».
Suggestivi e ricchi di spiritualità sono stati i Monasteri delle Meteore a Kalambaka: celle eremitiche scavate a diversi livelli su pilastri e pinnacoli vertiginosi, incorniciati tra sequenze di rocce.
In questo ambiente la riflessione non poteva che partire dalla trasfigurazione, per affrontate poi gli aspetti del monachesimo, nato prima come eremita e poi come celobita. «Dio – ha detto monsignor Marrucci – si rivela sempre sul monte: quindi occorre salire, e l’ascesa comporta fatica».
La visita di Delfi, città ritenuta “ombelico” della Grecia, è stata occasione per approfondire la figura di Maria «Madre di Dio e centro della storia della salvezza perché nel suo grembo accoglie il Verbo che si fa Carne>. La Madonna, è stato spiegato «è colei che custodisce tutte le cose nel suo cuore, è colei che è beata perché la parola l’ha accolta e l’ha vissuta».
La visita alla antica Corinto e ad Atene hanno concluso il pellegrinaggio. Prendendo spunto dal Vangelo della domenica, il vescovo Marrucci si è soffermato sui tre elementi proposti da Matteo: benedizione, conoscenza che intercorre tra il Padre e il Figlio e l’appello ai poveri, chiamati al Padre con il loro “giogo”. Un’introduzione, questa, all’ultima meditazione del pellegrinaggio, basata proprio sull’inno della carità che Paolo rivolge al popolo di Corinto.
Il viaggio, secondo il Vescovo, è stato «un’occasione anche per crescere insieme nella maturità umana, nel vivere in comunione e testimoniare la fede» in un contesto di preziose sollecitazioni spirituali, bibliche, culturali e archeologiche.
Anche per il prossimo anno, ha anticipato monsignor Marrucci, i pellegrini della diocesi potranno continuare a percorrere le orme di san Paolo a Cipro, Malta e in Libano.
 
La galleria fotografica