Ai miei fratelli
nel sacerdozio ministeriale e battesimale
della Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia
Cari amici,
il tempo, in senso cronologico, scorre inesorabile e, da una stagione all’altra, si riempie di contenuti storici: sono le azioni e le vicende che l’uomo compie e che danno una concretezza al tempo, in sé astratto. Questo tempo viene definito storico-umano.
Anche Dio, nel tempo, ha collocato la sua opera – la creazione e, successivamente la redenzione per mezzo del Suo Figlio Gesù Cristo. L’agire di Dio ha determinato il tempo storico-divino che si prolunga oggi per mezzo delle azioni della Chiesa.
Questo tempo è tempo di grazia, spazio in cui il dono di Dio raggiunge e trasforma l’uomo.
Così il tempo che scorre e che avvolge le vicende umane – chrònos – diviene – kairòs – momento in cui Dio interviene nella storia dell’uomo e con l’avvento di Cristo diviene azione di salvezza, luogo in cui s’incontra Dio.
L’Anno liturgico o Anno della Chiesa, da poco iniziato, ripresenta il tempo di Cristo e celebra l’avvenimento della salvezza.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica si esprime in questi termini: ‘la liturgia cristiana non soltanto ricorda gli eventi che hanno operato la nostra salvezza; essa li attualizza, li rende presenti. Il mistero pasquale di Cristo viene celebrato, non ripetuto; sono le celebrazioni che si ripetono; in ciascuna di esse ha luogo l’effusione dello Spirito Santo che attualizza l’unico Mistero’ (1104).
La Chiesa considera il tempo liturgico come continuazione del tempo biblico o storico-salvifico. E mentre la Chiesa celebra gli eventi narrati dalla Bibbia, compie anche l’annuncio di un futuro migliore, che questo tempo della fede e dei segni anticipa e rimanda al suo compimento.
L’Anno liturgico ha al centro la Domenica, Giorno del Signore, Pasqua settimanale.
‘Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente ‘Giorno del Signore’ o ‘ domenica’. In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare alla eucaristia e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e render grazie a Dio, che li ‘ ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti’ (1 Pt 1,3). Per questo la domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le venga anteposta alcun’altra solennità che non sia di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico’ (SC 106).
La domenica viene presentata dal testo conciliare come ‘festa primordiale’ dei cristiani e ‘fondamento e nucleo’ di tutto l’Anno liturgico.
E’ festa ‘primordiale’ non solo per la sua importanza nella vita spirituale dei fedeli, ma anche nel senso che la domenica è stata la prima festa celebrata dai cristiani e perciò è anche ‘fondamento’ dell’Anno liturgico.
Il Papa Giovanni Paolo II ci ha regalato una lettera enciclica su questo argomento, chiamandola ‘Dies Domini’ ‘ ‘Giorno del Signore’ (31 maggio 1998) la quale presenta una sintesi autorevole della teologia e della pastorale della domenica.
Desidero, in sintesi, richiamare alcuni passaggi all’attenzione di tutti perché la vita di fede dei cristiani trovi in essa il suo alimento e da essa prenda forza la testimonianza. L’Anno della Fede ci lascia questo impegno e ci sollecita a viverlo intensamente. Anche a noi il Signore chiede, come a Tommaso: ‘metti qua il tuo dito e guarda le mie mani: stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente’ (Gv 20,27).
1. La domenica è il giorno in cui si celebra l’opera della creazione: dal nulla, Dio per mezzo della sua Parola, ha fatto esistere il mondo e quanto in esso è contenuto; tutto da lui scaturisce e a lui appartiene.
Capolavoro della creazione è l’uomo ‘sua immagine e somiglianza’: lo volle perché fosse felice possessore di quanto creato e perché facesse ‘memoria’ ogni settimana ( cfr Es 20,8) del giorno che aveva chiesto di santificare(cfr Gn 2,3).
2. La domenica è il giorno della presenza del Signore risorto e del dono dello Spirito Santo.
‘Noi celebriamo la domenica a causa della venerabile risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, non soltanto a Pasqua, ma anche ad ogni ciclo settimanale’ scriveva agli inizi del secolo V papa Innocenzo I testimoniando una prassi già consolidata.
La domenica è il primo e l’ottavo giorno, è il ‘sacramento della Pasqua’ (Sant’Agostino), è il giorno di Cristo-luce, è il giorno della fede.
Queste caratteristiche della domenica cristiana evidenziano il suo carattere battesimale e pasquale, facendone il giorno in cui i battezzati rinnovano la propria adesione a Cristo e al Vangelo.
3. La domenica è il giorno in cui i cristiani fanno assemblea, si manifestano Chiesa, popolo di Dio che celebra il suo Signore nell’Eucaristia e si apre alle necessità dei fratelli: ”nel giorno domenicale del Signore, radunatevi, spezzate il pane e rendete grazie’ ci ammonisce un testo cristiano del primo secolo (Didachè 14,1).
Il pane eucaristico, spezzato nella celebrazione, diviene poi testimonianza di amore nella
condivisione dei bisogni e delle necessità dei fratelli. Per questo la domenica è anche il
giorno particolare della solidarietà e della carità, è il giorno della colletta.
San Paolo esorta i cristiani di Corinto alla generosità nell’offrire, secondo le proprie
possibilità, perché questa è la prova sincera dell’amore (cfr 2 Cor 8,1-15).
Se coloro che partecipano alla preghiera e all’Eucaristia rimangono sterili e non portano
frutti di carità, ammonisce Gesù, non entreranno nel Regno dei Cieli (cfr Mt 7,21).
4. La domenica è il giorno del riposo, della gioia e dello stare insieme.
Il riposo festivo, sempre più auspicabile, favorisce la ‘partecipazione alla Celebrazione Eucaristica domenicale, la letizia propria del giorno del Signore e il giusto riposo della mente e del corpo’ (CJC can. 1247).
Infatti la partecipazione ‘piena, consapevole e attiva’ (SC 14) all’Eucaristia domenicale è epifania-manifestazione del mistero di Dio-Amore e Comunione ; è antidoto alla solitudine e all’egoismo, tipici di una società senza Dio.
Dalla partecipazione all’Eucaristia nel giorno del Signore, scaturisce la gioia dell’incontro, nasce il perdono, la condivisione, la vita fraterna. E ne traggono vantaggio anche la vita familiare e le relazioni reciproche.
L’Insegnamento degli Apostoli – trattato cristiano apocrifo del III secolo – esorta il vescovo a valorizzare il Giorno del Signore con queste parole: ‘Quando insegni, o vescovo, ordina e persuadi il popolo ad essere fedele nel radunarsi in assemblea, a non mancare mai, a con-venire sempre per non restringere la Chiesa e diminuire il Corpo di Cristo sottraendosi all’assemblea. Poiché siete membra di Cristo, non disperdetevi non riunendovi’! (DA II, 59, 1-3).
Cari amici, la Visita Pastorale, che ho da poco iniziato, vuole essere un momento d’incontro con le comunità parrocchiali per aiutare tutti i cristiani a dare la loro testimonianza di fede e a non relegare al privato e al vivere intimistico l’adesione a Gesù Cristo.
La domenica diviene allora il giorno in cui l’incontro con il Signore e la comunità dei fratelli è elemento essenziale alla fede cristiana. Abbandonare la domenica cristiana, vuol dire allontanarsi dalla fede e correre il rischio di arrivare a perderla.
Ecco perché i martiri di Abitinia, nell’Africa del IV secolo, durante la persecuzione di Diocleziano ripetevano: ‘senza quel pane eucaristico non possiamo vivere’.
Vivere la domenica da cristiani è impegno di fede ed è impegno a costruire il futuro della Chiesa.
Chiedo al Signore e alla Vergine Immacolata l’aiuto a rinnovare l’impegno di vivere da cristiani il giorno della domenica e a perseverare fedelmente in questo appuntamento settimanale.
La Chiesa, resa visibile dall’assemblea eucaristica, sarà per tutti la famiglia che offre la testimonianza gioiosa dell’unico Signore e Maestro, Gesù Cristo, nel cui nome vi benedico e vi abbraccio affettuosamente,
+ don Luigi, vescovo
Civitavecchia, 8 dicembre 2013 – solennità dell’Immacolata Concezione