«Burundi nel cuore» è il progetto di cooperazione missionaria che dal 2011 unisce in gemellaggio la Chiesa di Civitavecchia–Tarquinia con la Diocesi di Ruyigi. Un’iniziativa che ha permesso di realizzare la nuova chiesa parrocchiale nel villaggio di Kigamba, dedicata a san Giovanni Maria Vianney, con annesso un oratorio e un impianto elettrico autonomo utilizzato anche nella scuola adiacente, per un finanziamento complessivo di oltre 40 mila euro.
Lo scorso 9 marzo è stato inaugurato questo nuovo complesso, la terza chiesa zonale per una comunità di 38 mila anime, curata da un parroco e due collaboratori, in un territorio molto vasto fatto di piccoli villaggi, ai confini con la Tanzania. Una festa, a cui ha partecipato anche don Leopold Nimenya, responsabile dell’Ufficio Missionario diocesano, insieme a due giovani collaboratori di Civitavecchia, e che ha avuto il momento solenne nella celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Blaise Nzeyimana.
Il presule proprio la scorsa settimana è stato in visita a Civitavecchia per «ringraziare il vescovo Luigi Marrucci e la comunità dei preziosi frutti di questa cooperazione missionaria».
Monsignor Nzeyimana da tre anni è alla guida della Diocesi di Ruyigi, una comunità che si estende in un territorio di oltre 4 mila chilometri quadrati, con 600 mila abitanti per due terzi battezzati, in cui sono presenti 14 parrocchie e altre 3 sono di prossima costituzione, con 60 sacerdoti e 62 seminaristi.
Una Chiesa in continua espansione, con 4.500 battesimi ogni anno solo metà dei quali a bambini, che secondo il Pastore, « ha bisogno della cooperazione missionaria anzitutto per comprendere e toccare con mano l’universalità della Chiesa e la comunione ecclesiale». Grazie a iniziative come questa, ha spiegato il vescovo burundese, «le nostre due diocesi hanno uno scambio pastorale arricchente per entrambe». Per il presule, infatti, «anche le Chiese africane e dei paesi in via di sviluppo, pur avendo minori disponibilità economiche, sono ricche di vocazioni e presentano nuove e interessanti esperienze pastorali che possono essere utili nei paesi ad economia avanzata dove si cercano nuove iniziative di evangelizzazione».
Proprio la parrocchia di Kigamba, molto estesa territorialmente e con centri abitati fatti di piccoli villaggi, sperimenta un’iniziativa pastorale interessante. In essa infatti sono attive 187 comunità di base. «Si tratta – spiega monsignor Nzeyimana – di piccole assemblee formate da 15 nuclei familiari che si incontrano una o due volte al mese per pregare, scambiarsi esperienze, aiutarsi vicendevolmente anche facendosi carico dei fratelli più poveri». Questa, per il vescovo, «è un’esperienza che in Africa abbiamo maturato anche grazie all’apporto dei missionari e dei movimenti ecclesiali, uno stile pastorale che le diocesi hanno fatto proprio perché bene si adattava alle caratteristiche delle nostre culture».
La cooperazione missionaria con la diocesi di Civitavecchia-Tarquinia ha permesso anche la realizzazione di un oratorio integrato a un istituto scolastico che accoglie più di 500 ragazzi. Proprio verso il mondo giovanile la Chiesa di Ruyigi ha un’attenzione particolare. «Da dieci anni, – spiega il vescovo – dall’esperienza delle giornate della gioventù, abbiamo dato vita ai gruppi vocazionali con i quali cerchiamo di seguire coloro che si apprestano alla scelta del matrimonio o della vita religiosa, integrando le attività pastorali nell’ambito della scuola». Non mancano i problemi, visto l’elevato abbandono scolastico e il numero crescente di disoccupati, che portano i giovani ad emigrare sia verso la capitale Bujumbura che nella vicina Tanzania.
Il progetto di cooperazione missionaria continuerà anche nei prossimi anni e proprio durante la permanenza di monsignor Nzeyimana a Civitavecchia i due vescovi hanno rinnovato il protocollo di collaborazione che prevede borse di studio per la formazione dei giovani sacerdoti nelle Università pontificie a Roma e le adozioni a distanza per i bambini. Attualmente sono 60 le famiglie della nostra diocesi che versano 20 euro ogni mese a sostegno di altrettanti bambini che frequentano la scuola e l’oratorio di Kigamba, mentre un giovane sacerdote è ospite della Diocesi mentre frequenta gli studi a Roma.