Una santità «che viene dal basso», a cui tutti siamo chiamati percorrendo le orme di Gesù e, come lui, accogliendo la croce. È stato questo, secondo il vescovo Luigi Marrucci, il significato della festa patronale di santa Fermina a Civitavecchia lo scorso 28 aprile, un’occasione speciale in cui la Chiesa locale è stata sollecitata a riflettere e a continuare la celebrazioni del giorno precedente per la canonizzazione dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Nell’affollata Cattedrale, durante la Messa Pontificale del mattino, il Vescovo ha sottolineato come «la santità che celebriamo è quella che risplende su di noi se sappiamo essere volto trasparente di Dio».
Nell’omelia, prendendo spunto dalle letture liturgiche, monsignor Marrucci ha spiegato che «esiste una via alla santità» con due tappe significative che ogni cristiano è chiamato ad affrontare e che sono indicate da papa Francesco nell’esortazione Evangelii Gaudium.
Anzitutto, ha spiegato il presule, «si cammina sulla via della santità uscendo da sé stessi» e istaurando nuove relazioni. «In un mondo sempre più caratterizzato dall’individualismo, nell’economia, nella politica e anche all’interno della Chiesa, – ha detto il Vescovo – abbiamo bisogno di uscire da noi stessi per amare e servire l’altro». «È il vangelo – ha sottolineato – che ci invita a superare le paure e a correre il rischio dell’incontro con l’altro».
Il secondo passo è quello di «uscire dalla solitudine per entrare in relazione autentica con Dio e con gli altri». Questo, ha detto il Vescovo, «per partecipare al mistero della trinità delle opere di Dio che si riversa su di noi, ci trasforma con la sua grazia, e ci rende capaci di entrare in piena comunione con i fratelli». Per monsignor Marrucci «gli altri, i nostri compagni di strada, sono il mistero a cui il Signore ci fa guardare. Tutti siamo alla ricerca di quel volto umano che faccia trasparire la bellezza di Dio».
La Messa Pontificale è stata preceduta, al mattino presto, dalla celebrazione eucaristica che sempre il vescovo Luigi Marrucci ha presieduto nella cappella di santa Fermina al porto.
Durante la mattinata, in piazza Vittorio Emanuele, si è svolto anche l’incontro fra il sindaco di Amelia e il sub commissario del comune di Civitavecchia in cui è stato rinnovato il gemellaggio delle due città unite dalla santa patrona, a cui è seguita la tradizionale parata del gruppo musici e sbandieratori ‘‘Città di Amelia’’ e del corteo storico che ha visto sfilare i 5 stendardi e figuranti delle contrade di Amelia. Al presule Marrucci, il vicario foraneo della Diocesi di Terni-Amelia, monsignor Alessandro Bigi, ha donato il cero votivo per la Santa.
Il pomeriggio, con la preghiera dei vespri, si sono riuniti in Cattedrale i cortei storici, le associazioni, le confraternite, i Marinai d’Italia, gli equipaggi del palio marinaro e i portatori di statue per la solenne processione che si è svolta tra ali di folla fino al porto. La statua di santa Fermina è stata portata all’interno del bacino su uno dei rimorchiatori e qui ha avuto luogo la deposizione della corona in onore dei caduti del mare.
La gelleria fotografica di Antonio Dolgetta