Nella Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia verrà ricordata con una messa solenne nella cattedrale di Civitavecchia, presieduta dal vescovo Luigi Marrucci, che vedrà riuniti i volontari e gli operatori che si dedicano al servizio dei sofferenti. «La compassione a cui ci chiama papà Francesco è anzitutto il rispetto del malato» spiega don Herbert Djibode Aplogan, responsabile dell’Ufficio di Pastorale sanitaria e cappellano dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia. «Dobbiamo imparare a stare accanto ai malati, senza giudicare e senza fare i “maestri” che hanno una soluzione per ogni problema, un consiglio per ogni necessità». Per il sacerdote «quello che più conta è la vicinanza, anche nel silenzio: il Papa ci ricorda che per testimoniare non occorre la parola». Per don Djibode, inoltre, «il messaggio di Francesco è un incoraggiamento a perseverare rivolto a coloro che sono vicino ai malati, soprattutto ai familiari, perché mettendosi in ascolto potranno trovare quella sapienza del cuore che farà loro superare le fatiche e i dispiaceri». Giorgio Arena, responsabile del Centro trasfusionale dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia, è il presidente dell’Associazione dei Medici cattolici della diocesi, costituita lo scorso novembre. «La sapienza del cuore che ci indica papa Francesco – sottolinea il medico – è la radice stessa della nostra professione. Una vocazione che è stata soffocata dai mali che il Papa evidenzia nel messaggio – la “fretta”, la “frenesia” del produrre – e dall’eccessiva burocratizzazione che ai nostri giorni caratterizza le strutture sanitarie e rende difficile la relazione tra operatori e pazienti». Per Arena «le parole del Pontefice ci riportano all’origine anche della parola Ospedale, che deriva da ospitalità, luogo che accoglie, e ci invitano a ripensare la nostra professione. Al medico è stato affidato un vero e proprio carisma, quello della guarigione, perché è il Padre che guarisce attraverso di noi». Dal punto di vista personale, il dottor Arena evidenzia come l’indicazione di Francesco – il dolore quale «luogo privilegiato della trasmissione di grazia per acquisire la sapienza del cuore» – sia stata «la strada che ha segnato la mia vita: perché riscoprendo l’uomo malato e in esso il volto di Cristo ho riscoperto la vita». Un aspetto questo che il medico coglie tutti i giorni confrontandosi anche con l’opera dei volontari presenti nel nosocomio, attivi nei mezzi di emergenza, tra i donatori di sangue, nell’assistenza ai malati oncologici e ai disabili. «Presenze importanti proprio per la gratuità della loro opera, che ci aiutano a riscoprire il lato cristiano ma anche il lato umano nella prossimità al malato». L’11 febbraio, memoria liturgia della Vergine di Lourdes a ricordo della prima apparizione, è un giorno speciale anche per l’Unitalsi, l’associazione ecclesiale nata per il trasporto dei malati nei santuari mariani. «Un giorno che – spiega Giulio Spinelli, presidente della sottosezione di Civitavecchia – rappresenta l’inizio del nostro anno sociale, con la ripresa dei pellegrinaggi». La celebrazione eucaristica nella Cattedrale, solitamente promossa e animata dall’Unitalsi, vedrà quest’anno per la prima volta la partecipazione di tutte le realtà associative impegnate nella pastorale sanitaria e nel volontariato socio-assistenziale. Hanno aderito l’Adamo, il Melograno, l’Asproha, i Volontari ospedalieri, le Misericordie, i donatori di sangue, la Croce Rossa e i Medici cattolici. «Una partecipazione importante che, speriamo, sia l’inizio di una collaborazione più coordinata tra le varie associazioni» aggiunge Spinelli.
11 febbraio la 23ª Giornata del malato: «la sapienza del cuore nella prossimità al fratello che soffre»
L'11 febbraio, alle ore 18, la Messa del vescovo Luigi Marrucci con i volontari e gli operatori che si dedicano al servizio dei sofferenti.
La “sapienza del cuore” è quella che ogni giorno gli operatori sanitari e i volontari sperimentano nella prossimità verso chi soffre; è quella che i malati e i loro famigliari vivono nei momenti di dolore e abbandono, scoprendo la vicinanza di Dio; è quella che nasce dalla compassione nella relazione intima e personale, gratuita e sincera, spirituale e condivisa. Sono questi i temi che papà Francesco mette al centro del suo messaggio per la 23ª Giornata mondiale del malato che verrà celebrata il prossimo 11 febbraio.